Con la Domenica delle Palme è iniziata la solenne annuale celebrazione della Settimana Santa, nella quale vengono ricordati e celebrati gli ultimi giorni della vita terrena di Gesù, con i tormenti interiori, le sofferenze fisiche, i processi ingiusti, la salita al Calvario, la crocifissione, morte e sepoltura e infine la sua Risurrezione. Quest’anno le celebrazioni, a causa della pandemia del Covid-19, avvengono senza la partecipazione dei fedeli, a porte chiuse. L’arcivescovo di Spoleto-Norcia e Presidente della CEU - Conferenza Episcopale Umbra. Mons. Renato BOCCARDO, ha presieduto due momenti di preghiera nel Duomo di Spoleto: la celebrazione dell’Ufficio delle Letture e delle Lodi e la Messa delle Palme (nella foto). Entrambi sono stati trasmessi in diretta sulla pagina Facebook (SpoletoNorcia) e sul canale YouTube (Archidiocesi Spoleto Norcia). La diretta streaming, coordinata dall’Ufficio Stampa diocesano, è stata realizzata grazie alle professionalità di Matteo BROCANELLO e Luca STARPI. Alla celebrazione, secondo quanto stabilito dall’autorità governativa, erano presenti, oltre naturalmente all’Arcivescovo e ai preti della Città che hanno concelebrato: il diacono, i lettori, l'organista, un numero esiguo di cantori e gli operatori per la trasmissione video in diretta. Tutti costoro, ha scritto il Ministero dell’Interno, << … hanno giustificato motivo per recarsi dalla propria abitazione alla sede ove si svolge la celebrazione e, ove coinvolti in controlli o verifiche da parte delle Forze di Polizia, attraverso l'esibizione dell'autocertificazione o con dichiarazione rilasciata in questo senso dagli organi accertatori, non incorreranno nella contestazione e nelle relative sanzioni correlate al mancato rispetto delle disposizioni in materia di contenimento dell'epidemia da Covid-19 >>.

 

<< In Gesù si ritrova tutta la vicenda del dolore umano. In lui crocifisso vediamo oggi tutta l’umanità ferita e dolorante a causa della terribile pandemia che tutti minaccia e continua a mietere vittime - ha detto Mons. BOCCARDO, durante l’Omelia. Gesù raccoglie in sé tutte le lacrime e tutte le lacerazioni fisiche ed interiori per portarle a Dio e dar loro un senso che solo Dio può trovare. Nella morte in croce di Gesù, senza fraintendimenti, si svela in pienezza il suo segreto: egli non era un messia politico trionfatore ma è il Figlio di Dio che donandosi salva. Ed è a questa professione di fede che siamo oggi invitati e condotti dalla liturgia attraverso la proclamazione della passione, proprio in un tempo in cui ci sentiamo minacciati da un nemico potente e invisibile e ci riconosciamo più che mai bisognosi di difesa e di salvezza - ha concluso il Presidente della CEU. Solo accettando la “miseria” del Gesù uomo e il paradosso della croce potremo scoprire il Figlio di Dio >>.