Riceviamo e pubblichiamo integralmente:

<< Stamattina siamo stati ricevuti a Palazzo CHIGI dal Presidente del Consiglio incaricato Giuseppe CONTE (nella foto, un momento dell’incontro), che ha ascoltato le nostre richieste e ci ha manifestato la sua piena vicinanza. Lo ringraziamo per averci coinvolti nella delicata fase delle consultazioni. CONTE ci ha detto che, in caso di sua conferma a capo del Governo, farà di tutto per sbloccare la ricostruzione. Non sta a noi entrare nel dibattito politico. Ribadiamo a tutti i partiti italiani ed ai media che noi terremotati non andiamo coinvolti per fare "comunicazione politica" dentro una crisi di governo. Abbiamo sempre detto che non abbiamo governi amici, e lo confermiamo oggi.

 

Da tre anni avanziamo proposte per la rinascita del Centro Italia e nessuno dei tre governi che si sono succeduti ha voluto darci finora ascolto, con risultati che sono sotto gli occhi di tutti. La ricostruzione è ancora solo un miraggio. Non ci interessa chi governerà: ci interessa che, chiunque sia a farlo, esaudisca le nostre richieste. Presto andrà varata la legge di bilancio e ci aspettiamo che vengano  presi i provvedimenti che oggi abbiamo discusso con CONTE. La disponibilità mostrataci oggi dal Presidente del Consiglio incaricato è stata importante e l'incontro è stato molto costruttivo.

Noi però non dimentichiamo di aver già ricevuto promesse non mantenute, e abbiamo dimostrato di essere pronti a scendere in piazza per davvero. Speriamo che stavolta ci sia finalmente la svolta tanto attesa. Abbiamo anche proposto un nuovo incontro, non appena sarà delineato il nuovo Governo e gli incarichi e le funzioni inerenti la questione terremoto, onde verificare l'accoglimento delle nostre richieste ed i provvedimenti che si intendono adottare. Di seguito il documento presentato a CONTE >>.

MISURE GENERALI, UN CAMBIO DI SISTEMA

1) LEGGE SPECIALE O TESTO UNICO, MODIFICA STRUTTURA ISTITUZIONALE E PARTECIPAZIONE DEI COMITATI.

E' il punto principale di un cambio di passo più volte auspicato e mai realizzato che brevemente abbiamo sintetizzato nella lettera che precede questo allegato.

2) DIFFERENZIAZIONE DEGLI INTERVENTI IN BASE AL TERRITTORIO ED AI DANNI SUBITI.

Il cosiddetto Cratere Sismico annovera oggi 140 Comuni, nella maggior parte dei casi composti da numerose frazioni: si tratta di agglomerati urbani che rientrano complessivamente nella stessa disciplina normativa. A questi centri ed ai cittadini che li abitano sono, in modo totalmente indifferenziato, applicabili tutte le norme previste dall’attuale disciplina legale. La scelta del legislatore di applicare tali disposizioni senza considerare le differenze relative alla quantità dei danni subiti o al livello di autosufficienza economica delle varie località e dei vari residenti, sta causando effetti decisamente critici sul processo di ricostruzione e di rilancio economico. Non considerare la differenza tra aree montane-rurali e quelle più vicine ai nuclei urbani, alle diversità di costruzione degli immobili (ancora ad oggi non viene risolto il tema della muratura a sacco, problema importantissimo da risolvere ma presente solo in alcuni territori), sottolinea come le ingenti risorse stanziate (e che si ridurranno sempre più con il passare del tempo) non sono e non potranno essere spese in modo logico. E’ come utilizzare lo stesso veicolo per andare in montagna, in autostrada o al mare, tenendo ferme in garage una jeep, una spider e un quod da spiaggia. Differenziare non significa appesantire o complicare le procedure. Significa, avendo delle procedure uniche generali, declinare i processi riconoscendo la possibilità di adattarli nello specifico alle reali esigenze territoriali (oltre ad essere un’occasione per conoscere i territori e rendere partecipi le popolazioni).

3) SEMPLIFICAZIONI, SBUROCRATIZZAZIONE ED AUMENTO DEL PERSONALE

Un diverso quadro normativo e una diverso governo dei processi richiedono però un aumento consistente del personale addetto allo smaltimento delle pratiche della ricostruzione. Inoltre ci associamo alla richiesta fatta dagli ordini professionali affinché venga convocato il Tavolo tecnico già previsto e mai convocato. Le proposte di semplificazione suggerite dai tecnici sul campo, richieste più volte dallo stesso sottosegretario Crimi, sono quasi del tutto inascoltate.

MISURE PER IL RILANCIO ECONOMICO ED IL LAVORO

1) UNA VERA ZONA FRANCA

Chiediamo la applicazione di una Zona Franca Totale, sia fiscale che contributiva, per un congruo numero di anni per risollevare economicamente alcune zone del cratere del sisma più duramente colpite e distrutte. E’ necessario incentivare gli imprenditori rimasti o chi vuole investire in queste aree che altrimenti rischiano di diventare dei deserti.

2) MISURE VOLTE A RIPOPOLARE LE AREE COLPITE DAL SISMA.

Perticolari incentivi per chi decide di trasferirsi, acquistare immobili e intraprendere nella zona del cratere.

3) SGRAVI FISCALI PER AZIENDE CHE ASSUMONO TERREMOTATI NEL CRATERE.

4) ISTITUZIONE REDDITO DI CRATERE.

A quasi tre anni dal 24 Agosto 2016 nessuna misura è ancora stata prevista per il sostegno al reddito dei cittadini terremotati. In molti, oltre alla casa e agli affetti, hanno perso il lavoro a causa del terremoto. L’unico strumento che, ad oggi, ha prodotto un indiretto sostegno al reddito è stato il CAS (Contributo Autonoma Sistemazione), strumento nato con una ben diversa funzione, ossia quella di consentire ai cittadini colpiti dagli eventi sismici di provvedere esclusivamente alla propria sistemazione abitativa. Tale scelta, magari condivisibile nei primi sei mesi, ha nel lungo periodo generato una odiosa iniquità. Essendo il CAS uno strumento non distribuito in base al reddito, ha permesso ai cittadini terremotati con reddito elevato di avere un contributo economico in più rispetto alle spese di affitto, mentre si è rivelato un sostegno economico totalmente insufficiente per molte famiglie prive di reddito. Il c.d. “Reddito di cittadinaza” rischia per come è articolato di aumentare lo spopolamento. Urge una norma speciale per il “cratere” prima che una eventuale riduzione della platea del CAS generi condizioni di disagio ed iniquità intollerabili.

MISURE SOCIALI E PER IL CONTRASTO ALLO SPOPOLAMENTO

1) MORATORIA DECENNALE SUL RIDIMENSIONAMENTO O SMANTELLAMENTO DEI SERVIZI PUBBLICI.

2) MANUFATTI COSTRUITI DAI TERREMOTATI A PROPRIE SPESE

Dopo tre anni di battaglia e di denuncia da parte dei Comitati, alcuni interventi normativi sono stati realizzati dai vari Governi, al fine di poter affrontare il problema dei manufatti installati autonomamente dai singoli cittadini. Ad oggi, però, il problema continua a persistere. Nonostante il Decreto Legge c.d. “sblocca cantieri” e la norma c.d. “Salva-peppina” (criticata apertamente dal Presidente della Repubblica per i profili di illogicità sistemica nel quadro sia costituzionale sia legislativo) è necessario, in un’ottica di equità e di razionalizzazione delle risorse economiche, disciplinare correttamente la questione dell’installazione autonoma dei manufatti su tutto il c.d. “Cratere Sismico”, garantendone in modo chiaro e stringente la rimozione a fine emergenza.

3) ASSISTENZA PSICOLOGICA.

Uno degli elementi più sottovalutati dalla disciplina normativa post-sisma è sicuramente quello connesso al supporto e all’assistenza psicologica alle vittime del sisma. Tale servizio deve essere incentivato.

4) FAMILIARI VITTIME TERREMOTO.

Norme pecuiliari per favorire il lavoro ed eliminare le condizioni di maggior disagio.

TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL TERRITTORIO

1) CONSUMO DI SUOLO E RIPRISTINO A FINE EMERGENZA

E’ fondamentale che si inizi a parlare di come quei territori, finita l’emergenza, verranno riconsegnati alla popolazione residente e ai nostri figli. Vi è oggi l'assoluta mancanza di alcuna previsione di copertura finanziaria per la rimozione delle strutture SAE installate nel cratere e delle ingenti opere di urbanizzazione.

2) COORDINAMENTO POLITICHE COMUNITARIE, NAZIONALI E REGIONALI

Oggi è quasi complatamente assente un coordinamento ed assistiamo ad un affastellarsi di utilizzidei fondi disponibili spesso con metodo e merito opinabili. Abbiamo più volte denunciato le “anomalie” della Regione Marche. Urge una visione strategica che ponga al centro la bellezza del territorio, la sua tutela e la sua valorizzazione.