Il prossimo 10 marzo, prima domenica di Quaresima, il borgo di Castel di Tora è pronto ad aprire le porte in onore del suo piatto più conosciuto. Infatti, si rinnoverà l'appuntamento con la "Festa del Polentone", tradizione che affonda le sue radici nella notte dei tempi. I 40 giorni che conducono alla Pasqua, d’altronde, si aprono con il racconto delle tentazioni: lo sanno bene nello splendido borgo sulle rive del Lago del Turano dove, da tempo immemorabile, la prima giornata di Quaresima viene celebrata con un peccato di gola a cui è difficile resistere. Aringa, tonno, baccalà e alici sono gli ingredienti con i quali le cuoche del posto preparano il sugo di magro con il quale si condisce questa specialità. Qui la polenta non è solo un piatto povero tipico della tradizione contadina, ma una vera e propria istituzione: Castel di Tora è uno dei sedici paesi che compongono l’Associazione Culturale dei Polentari d’Italia, uniti dalla stessa voglia di riscoprire le tradizioni e confrontarsi attraverso questo piatto; da alcuni anni il “Polentone di Castel di Tora” ha ormai varcato i confini regionali e sempre più spesso la Pro Loco viene invitata in altri paesi per offrire la degustazione di questa specialità.

 

Il 10 marzo a mezzogiorno, all’interno di un’ampia struttura al coperto, inizierà la distribuzione del famoso polentone; ci sarà spazio anche per i sapori del territorio reatino, con la Pro Loco di Montopoli di Sabina, che proporrà le deliziose pizze fritte. Intrattenimenti folcloristici e musicali allieteranno l’intera giornata e i visitatori potranno anche curiosare fra gli stand dei prodotti agroalimentari e di artigianato, fra i vicoli di uno dei centri più caratteristici della Provincia di Rieti. A Castel di Tora è possibile passeggiare passando sotto la torre esagonale medievale dell’XI Secolo, adiacente al Palazzo SCUDERINI, e poi su per i vicoli che conducono a piazzette ben tenute e curate; e ancora scoprire mura e torrette trasformate in case e ancora archi, scalinate, grotte e cantine scavate nella roccia, fra splendidi scorci e panorami mozzafiato. Arroccato a due passi dal Lago del Turano e considerato uno dei borghi più belli d’Italia, fino al 1864 il paese si chiamava Castelvecchio, poi si decise di legare il suo nome a Tora, antico insediamento sabino nel quale avvenne, nel 250 d.C., il martirio di Santa Anatolia: a lei è dedicato un santuario, che si erge su una collina a poca distanza dall’abitato.