Riceviamo e pubblichiamo integralmente:

<< Il Comitato Civico 3e36 di Amatrice e Accumoli, in questo ultimo anno, ha posto con forza l’attenzione sul tema molto sentito della ricostruzione dell’ospedale GRIFONI, distrutto a seguito degli eventi sismici succedutisi a partire dal 23 agosto 2016. La lettura del progetto di fattibilità, su cui la Regione Lazio basa il provvedimento che avvia la gara per i lavori di ricostruzione dell’Ospedale, genera forti dubbi sul processo decisionale con cui si è arrivati alla scelta di ricostruire “dov’era e com’era”. Dal punto di vista della condivisione delle scelte, sono state ignorate le istanze della cittadinanza che ormai da mesi chiede la realizzazione di una struttura ospedaliera a servizio di una “area vasta”, in un sito adeguato e facilmente accessibile, che garantisca il diritto alla salute della popolazione, e al contempo sia in grado di crescere e divenire un volano di sviluppo per le aree interne già in via di spopolamento. Sono state ignorate le petizioni che hanno visto l’adesione di migliaia di residenti; sono state ignorate le istanze dei sindaci dei Comuni del cratere che afferiscono alla struttura ospedaliera e che chiedono di rivedere la programmazione territoriale, improntandola alla reciprocità e alla ricerca di uno sviluppo armonico dell’area.

 

Dal punto di vista tecnico, nel progetto di fattibilità la Regione prende formalmente in considerazione anche l’opzione di delocalizzare. Peccato che il sito individuato dal Comune di Amatrice, territorialmente competente, risulti ai tecnici stessi della Regione di difficile accesso, non adatto alla struttura che dovrebbe ospitare, e anche soggetto a vincoli ambientali e paesaggistici (oltre che da espropriare a privati). Il Comune di Amatrice non ha una conoscenza approfondita del suo territorio se va a scegliere, per la delocalizzazione, un sito che sembra fatto apposta per essere scartato … lasciando di fatto quella del “dov’era e com’era” come l’unica opzione fattibile. Ma la scelta del sito originale è, per ammissione degli stessi tecnici della Regione, “appesantita dai notevoli vincoli derivanti dalla conformazione del lotto e dalla presenza di beni vincolati”. Inoltre, a causa della conformazione del terreno, stretto e in declivio, si ravvisa la “necessità di prevedere anche opere di consolidamento dei versanti che circondano il lotto”, con evidente lievitazione dei costi, e che sussistono “limitazioni delle soluzioni plani-volumetriche all’interno dell’isolato”, che impedirebbero ogni ampliamento o adattamento successivo dell’edificio ospedaliero.
 
La voce del Comitato 3e36 sul tema Ospedale non ha carattere estemporaneo, ma sintetizza un lungo processo partecipativo, di studio e di ascolto. Esiste una proposta alternativa, condivisa dai cittadini e dagli esperti del settore sociosanitario, che coniuga diritto alla salute e possibilità di sviluppo, e che a conti fatti è economicamente e ambientalmente meno onerosa. Cittadini e sindaci chiedono da mesi di prendere in considerazione la localizzazione dell’Ospedale sulla via Salaria, nel Comune di Amatrice, garantendo così accessibilità e possibilità di ampliamento modulare, e avvicinando la struttura a tutte le arterie stradali del territorio. La partecipazione dei cittadini alle scelte che riguardano la loro vita e quella del territorio è un diritto sancito dalla legge. Ascoltarne le richieste è un dovere della classe politica e delle amministrazioni competenti. Il Comitato Civico 3e36 chiede ancora una volta che sia aperto un tavolo finalizzato partecipazione dei cittadini alla costruzione di un sano e migliore futuro del loro territorio, del quale l’ospedale GRIFONI è uno dei capisaldi >>.