Riceviamo e pubblichiamo integralmente:

<< Ieri il Consiglio provinciale di Rieti ha approvato il Bilancio di previsione 2017. Due settimane prima della fine dell’anno; a dir poco scandaloso. Quando il Presidente della Provincia di Rieti, per l’ennesima volta ma in modo più netto del solito, ha dichiarato che siamo vittime di una riforma sbagliata e dannosa, la mia mente è corsa a quarantatré anni e un mese fa, quando, sul Corriere della Sera, Pier Paolo PASOLINI lanciava la sua agghiacciante accusa contro l’intera classe politica italiana con le celebri parole: “Io so tutti questi nomi e so tutti i fatti di cui si sono resi colpevoli. Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi”. Perché noi, questa volta, oltre a sapere i nomi abbiamo anche le prove. I nomi sono quelli di Matteo RENZI, Segretario del Partito Democratico ed ex Presidente del Consiglio; Graziano DELRIO, il membro del Governo che si è assunto la responsabilità politica della riforma che ha svuotato le province anzitempo; Maria Elena BOSCHI, fedelissima di RENZI e in quanto tale nominata da lui Ministro per le riforme costituzionali. Questi tre sono i maggiori responsabili del disastro che viviamo ogni giorno percorrendo le strade provinciali e frequentando le scuole secondarie di secondo grado.

 

Nel nostro caso, in particolare, dobbiamo aggiungere Fabio MELILLI, ex Presidente della Provincia di Rieti sedotta e abbandonata per salire in corsa sul treno che lo ha portato in Parlamento: ci aveva detto che qualche buca nelle strade era il prezzo che dovevamo pagare per avere dei corsi universitari a Rieti, oggi si vedono i risultati insoddisfacenti su entrambi i fronti - quasi cinque milioni e mezzo di euro spesi per avere un migliaio di iscritti alla Sabina Universitas, quanti ne fa da solo l’Istituto Alberghiero di Rieti; si è inventato due società per azioni per assumere i lavoratori socialmente utili, finite sotto inchiesta e in liquidazione dopo svariati milioni di euro usciti dalle casse provinciali; e poi altri milioni di euro bruciati sulla piscina a Terminillo e i centri di accoglienza per la Protezione Vivile progettati lontano dalle aree con il maggiore rischio sismico - le valli del Velino e del Salto - e alla fine nemmeno realizzati poiché finiti nel buco nero delle società per azioni. Una pila di milioni di euro spesi malissimo, senza alcun ritorno per le nostre comunità ma per cui stiamo ancora pagando il conto, nel rispetto della peggiore tradizione politica italiana - del resto, i quattro personaggi politici citati sono tutti democristiani di sinistra. Noi sappiamo i nomi ed abbiamo anche le prove. La denuncia politica è un dovere morale. Chi dimentica è complice di chi ha causato questo disastro >>.