Domenica scorsa, a San Feliciano sul Trasimeno, in chiesa c’erano anche gli abitanti di Norcia che hanno dovuto lasciare i loro luoghi di origine dopo la forte scossa di terremoto dello scorso 30 ottobre. Non erano soli, tanto meno degli estranei per la comunità che li ospita da alcuni giorni. C’erano il Cardinale di Perugia-Città della Pieve, Gualtiero BASSETTI, che ha dato loro il benvenuto, l’Arcivescovo di Spoleto-Norcia, Mons. Renato BOCCARDO, che ha presieduto la celebrazione eucaristica, le monache Benedettine di Norcia, anch’esse sfollate presso il monastero delle loro consorelle di Trevi, i rappresentati delle Istituzioni civili, il Sottosegretario all’Interno, On. Gianpiero BOCCI, e il Sindaco di Magione, Giacomo CHIODINI. Nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve sono 900 i terremotati della Valnerina accolti in strutture alberghiere sia del capoluogo umbro che della zona del lago Trasimeno, per i quali le comunità locali (dai comuni alle parrocchie, alle Pro Loco) si sono mobilitate affinché non si sentano soli ed estranei. Concetto che ha ribadito il cardinale nell’annunciare che farà presto visita a tutte le persone ospitate nei diversi alberghi del Perugino.

 

<< Vi accogliamo con il cuore - ha detto BASSETTI - l’Umbria è una piccola regione, si potrebbe dire una famiglia allargata, e state certi che nell’Umbria del Trasimeno vi troverete senz’altro bene. Ci sono dei fratelli e delle sorelle, delle parrocchie e delle comunità disponibili ad accogliervi a venirvi incontro per tutto quello che è possibile >>. Un momento di forte commozione per il Cardinale è stato quando nel piazzale della chiesa parrocchiale di San Feliciano ha incontrato le monache Benedettine e l’ottantasettenne sacerdote di Norcia Don Antonio (nella foto), che ha deciso di seguire i suoi concittadini approdati non come turisti sulle rive del Trasimeno, testimone di una Chiesa presente, che non abbandona i suoi figli condividendone disagi e sofferenze. << Sapete meglio di me quello che è successo a Norcia sette giorni fa - ha aggiunto BASSETTI. La paura che abbiamo avuto per le vostre vite prima ancora che per le case e le chiesen. Tra quelle macerie è rimasta intatta la statua di San Benedetto, il terremoto non ha danneggiato nessuna lastra di marmo del suo piedistallo. Questo è un segno di speranza e un punto di riferimento con cui il Santo patrono d’Europa ci dice: “Io presso Dio ci sono per voi come ho fatto nella mia vita, così sono ancora disposto ad aiutare” >>.

<< Sentitevi a casa vostra >> ha poi detto il porporato nell’annunciare che << … Don Stefano ORSINI, il Parroco di Magione, ha organizzato per questa sera (6 novembre, n.d.r.) una festa per i vostri ragazzi. I nostri Oratori sono aperti a tutti voi, come le Caritas parrocchiali e le Misericordie sono disponibili per qualunque tipo di aiuto e bisogno. Vogliamo veramente come fratelli e come cristiani aprirvi il cuore >>. BASSETTI, all’inizio del suo intervento di saluto, ha avuto parole di viva gratitudine per il suo << … fratello Vescovo Renato >> nel dire: << Sono rimasto edificato per quello che l’arcivescovo di Spoleto-Norcia sta facendo in questi giorni; sta spendendo le sue giornate e la sua vita unicamente per voi, dandoci un grande esempio anche a noi vescovi dell’Umbria >>. Mons. BOCCARDO ha voluto celebrare l’Eucaristia domenicale con il suo “gregge” che ha dovuto lasciare Norcia, portandogli, come lui stesso ha detto << … la vicinanza, l’affetto e la solidarietà di tutta la nostra comunità diocesana. Nel ritrovarci insieme per ascoltare la Parola del Signore, per condividere il pane dell’Eucaristia e per pregare, sentiamo e sperimentiamo in profondità che non siamo da soli, che il Signore si prende cura di ciascuno di noi, perché conosce le nostre storie, le nostre sofferenze, delusioni, fatiche, i nostri desideri e il nostro sforzo di bene.

Sette giorni fa, domenica scorsa, a quest’ora - ha ricordato nell’omelia BOCCARDO - voi stavate tutti in piazza pensando alla casa, al futuro con trepidazione e con paura. Dopo una settimana ci ritroviamo qui e pensiamo a tutti coloro che non sono con noi questa mattina, ma che vivono la stessa condizione. Diviene spontaneo ringraziare il Signore per il suo grande prodigio, che non ci sia stata una sola vittima. Per questo noi vogliamo lodare il Signore in questa celebrazione affidando a Lui la nostra fragilità e tutte quelle domande che immediatamente non trovano risposte, come cosa succederà nei prossimi mesi e innanzitutto quando si fermerà questo terremoto. Ma cosa ci dice il sisma che stiamo vivendo? La prima risposta è quella che dobbiamo darci da fare unendo le forze e superare le difficoltà, gli ostacoli, i ritardi per fare qualcosa di concreto e di buono per tutti, perché tutti possano ritrovare una vita serena e tranquilla. Ma forse c’è un’altra risposta possibile, perché noi non possiamo solo subire gli eventi della nostra vita senza domandarci che cosa ci insegnano. Certo, ci insegnano a costruire bene le nostre case su solide fondamenta e con criteri antisismici e nella sicurezza, ma al di là di questo, forse, c’è un altro messaggio da scoprire insieme.

E’ il messaggio che ci invita ad essere dei buoni ingegneri - ha evidenziato il Prelato spoletino - per costruire un edificio che non tema terremoto, incendio e crisi economica. E quale è questo edificio? E’ l’edificio interiore che non si tocca con le mani, ma che se non c’è ci rende estremamente poveri. E allora perché non leggere in questo momento che stiamo vivendo anche un’occasione per consolidare le nostre radici o le nostre fondamenta e per domandarci che cosa vale veramente la pena tentare di raggiungere e di costruire? O su che cosa stiamo costruendo la vita di ogni giorno e su quali valori e atteggiamenti? E allora viene subito in mente la responsabilità, l’onestà, la generosità, gratuità. Tante volte ci avveleniamo le giornate per cose che ci sembrano importanti e indispensabili per la nostra vita e poi basta una scossa di terremoto e viene tuttu a terra. E cosa rimane? Gesù ci ha detto nel Vangelo che anche se l’uomo guadagnasse il mondo intero, se mettesse insieme le sue forze e capacità e aumentasse il suo patrimonio e fosse capace di governare l’universo, ma se poi perde la ricchezza interiore a cosa gli serve tutto questo? Utilizziamo il tempo in cui siamo tutti traballanti - ha esortato - per domandarci quale devono essere per davvero le fondamenta di quell’edificio che tutti siamo chiamati a costruire nella nostra vita. E allora, forse, anche questo momento difficile che stiamo vivendo diventa una scuola di vita che ci aiuta a guardare avanti. Il cardinale Bassetti l’ha ricordato poco fa: la statua di San Benedetto, che è rimasta intatta, ci dice che dobbiamo continuare e che fidandoci sull’intercessione dei nostri Santi della Valnerina, Benedetto, Scolastica e Rita, noi possiamo ricominciare anche se è faticoso >>.

A San Pellegrino di Norcia un uomo anziano mi ha detto: << E’ la terza volta che devo ricostruire casa, non ce la faccio più! E questo è comprensibile - ha commentato Mons. BOCCARDO - e tutti sappiamo che cosa vuol dire dover affrontare ancora una volta, soprattutto quando si è avanti con l’età, la fatica di una ricostruzione. Eppure questa ricostruzione è possibile grazie all’aiuto di tante persone e io ne sono testimone insieme a voi ogni giorno: i Vigili del Fuoco, la Protezione Civile, l’Esercito, i volontari della Caritas … In tutta la Valnerina c’è un fiorire e un moltiplicarsi di generosità, responsabilità e di impegno ammirevole e dunque è possibile ricostruire grazie alla buona volontà di tante persone e all’impegno delle autorità civili; penso ai comuni, al governo regionale e al governo centrale, che con la loro presenza e i loro mezzi assicurano che si riparte presto e  bene. E’ possibile che unendo le forze tutti insieme e guardando avanti - ha concluso BOCCARDO - si possa costruire speranza per orientare il nostro cammino affinché tutti possano lavorare bene per il bene. Anche questo momento difficile e di sofferenza, che vogliamo superare presto, può diventare tempo di grazia e scuola di vita. Questo è anche un il messaggio che raccogliamo dal Vangelo appena ascoltato >>.