di Gianfranco PARIS

Proprio alla vigilia del convegno, che sembrerebbe avere lo scopo  di rilanciare la funzione dello storico Istituto STRAMPELLI (nella foto), distrutto dalla incuria della politica reatina con quarant'anni di chiacchiere e dilapidazione di una barca di milioni di euro (in valuta odierna), riceviamo con sorpresa il comunicato stampa, qui sotto pubblicato, a firma del giornalista di lungo corso Tito CHELI, nella sua qualità di Presidente di un Comitato per la salvaguardia dell'Istituto stesso che raccoglie l'adesione di trecento reatini con molta gente che conta. Il contenuto del comunicato sorprende non poco perché circolano voci assai attendibili che, dopo un primo approccio al problema del rilancio per il quale si era speso l'On. PASTORELLI, il negletto è stato sanzionato con sistemi spicci dalla falange dei DEM, capitanata dall'onnipresente MELILLI e diffidato a scomparire.

 

Basta dare una guardata all'organigramma del convegno per vedere che tutti i relatori di matrice politica sono del PD ed anche alcuni cosiddetti tecnici, pronti alla rincorsa delle poltrone. Se il navigato Tito CHELI ha sentito impellente il desiderio di inviare un comunicato proprio oggi, vuol dire che i DEM questa volta hanno esagerato e vogliono compiere il solito scippo per poi non approdare a niente, come già è avvenuto altre volte. Basta ricordare per tutte l'era della MASSIMI Consigliere regionale, che mi strapazzò perché avevo osato mettere in dubbio il risultato delle promesse dell'epoca, finite poi ben presto nel dimenticatoio. Par di capire che questa volta si vuole destinare l'Istituto STRAMPELLI alla ricerca olivicola, già abbondantemente espletata a Rende in Puglia, con un centro sussidiario anche a Rieti, come contentino, e alle dipendenze della Università Tuscia, che disporrebbe a piacimento dei fondi del Ministero.

Il primo a farne le spese è stato il povero PASTORELLI che voleva sponsorizzare invece un progetto autonomo gestito solo dall'Istituto che così poteva rivitalizzarsi in proprio. Ma questo urtava i piani di MELILLI & C. Ma la rielezione di PASTORELLI. Si sa, dipende dal PD, e allora … pussa via …! Povero istituto, povero Nazareno STRAMPELLI, un nome strombazzato da tutti e strumentalizzato per basse manovre di bottega politica, condannato presto a finire nel dimenticatoio, e forse sarà meglio per lui rimanere una volta per tutte nelle pagine della storia patria. Questo il comunicato diffuso da Tito CHELI:

“Il Comitato cittadino per la salvaguardia dell’Istituto Nazareno STRAMPELLI, dopo aver espresso soddisfazione per il progetto presentato dal MIUR relativo al riavvio dell’attività di ricerca da realizzare nell’Istituto STRAMPELLI di Rieti, sollecita alcune attenzioni. In alcuni articoli del dicembre di un anno fa il CRA comunicava l’intenzione di destinare quella sede ad un Museo in ricordo della figura di Nazareno STRAMPELLI e della importante documentazione da lui lasciata. Ad aprile scorso si è svolto un incontro a cui hanno preso parte diverse autorità amministrative e scientifiche e dal quale è emersa l’intenzione di adibire il prestigioso ex Istituto a sede di alta formazione nel settore ricerca. Pochi giorni fa è arrivato lo stanziamento del CIPE, ufficializzato dal MIUR, mentre il CRA, divenuto CREA (Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l'analisi dell'Economia Agraria), ossia l’Ente che è subentrato nella antica concessione amministrativa dell’immobile, è in fase di razionalizzazione in ottemperanza alle ultime due leggi di stabilità.

Il riordino dell’Ente, che doveva essere già concluso da tempo, non indica nessuna destinazione per la storica sede di Rieti, ma prevede che gli studi del comparto olivo-oleario continuino nell’ex Centro di ricerca per l'olivicoltura e l'industria olearia di Rende, che rappresenta il maggior riferimento nazionale di questo settore nell’ambito della ricerca applicata, mentre è notorio che le Università svolgono la cosiddetta ricerca di base e comunque non sono dotate di strutture specialistiche di quel tipo, data la vastità delle discipline che le caratterizzano. Ben venga il contributo stanziato per la città di Rieti e per l’ex Istituto STRAMPELLI, ma è logico chiedersi quali possono essere le modalità realizzative del progetto annunciato dal MIUR, considerando che la sede di Rieti ha una storia di ricerca molto diversa da quella formulata con la recente proposta che interessa il settore olivicolo”.