Riceviamo e pubblichiamo integralmente una nota di Giuseppe FEDELE, Sindaco del Comune di Cittareale:

<< Come molti hanno appreso dagli organi di stampa locali, nell’ultimo fine settimana una perturbazione particolarmente violenta ha imperversato sulle montagne dell’Alto Lazio creando situazioni di assoluta emergenza nei Comuni di Cittareale, Amatrice ed Accumoli. In particolare, nel Comune di Cittareale, un vento di tempesta ha generato muri di neve, alti oltre tre metri, che hanno isolato completamente la stazione sciistica di Selvarotonda ed il personale addetto alla gestione del terminal turistico ivi ubicato. Data l’impossibilità a provvedere al ripristino della viabilità con i mezzi a disposizione, il Comune si è rivolto alla Provincia di Rieti, richiedendo l’impiego urgente di turbine da neve. Ma la Provincia dispone soltanto di tre mezzi di questo genere, di cui due stabilmente impiegati sul Terminillo e sulle montagne di Leonessa ed il terzo in condizioni di non utilizzabilità.

A fronte di ciò, per poter gestire l’emergenza, è stato necessario richiedere l’intervento dell’ANAS, per il tramite della Prefettura di Rieti. La struttura organizzativa della società delle strade ha risposto in maniera pronta ed efficace, disponendo l’impiego dei mezzi richiesti, compatibilmente alle altre urgenze da gestire nei territori limitrofi. Nel frattempo, il lavoro di sgombero veniva comunque portato avanti lentamente ed ininterrottamente dai mezzi del Comune fino all’arrivo, nelle primissime ore della domenica, della cavalleria: l’imponente turbina dell’ANAS, accompagnata da personale specializzato completava rapidamente l’intervento consentendo la regolare apertura degli impianti sciistici. Alla luce di questa esperienza, che definirei emblematica, è doveroso fare delle riflessioni. Riflessioni, sulla riforma in atto degli enti locali che sta portando al progressivo ridimensionamento e soppressione delle Province e sta spingendo i piccoli Comuni nella condizione di una improbabile autonomia finanziaria. Voci di corridoio parlano anche della possibile chiusura di diverse Prefetture. Appare evidente che senza il supporto di queste istituzioni i piccoli Comuni di montagna si trovano e verranno a trovarsi sempre di più nei prossimi anni nella condizione di gusci di noce abbandonati nella tempesta. Le politiche di tagli indiscriminati sui trasferimenti, basate soltanto su calcoli demografici, e che non tengono conto delle peculiarità e delle vastità dei territori amministrati, porteranno inevitabilmente all’abbandono del territorio. Eppure le nostre montagne hanno potenzialità turistiche straordinarie, con il loro immenso patrimonio paesaggistico, naturalistico, storico-culturale ed enogastronomico: il nostro Governo dovrebbe considerarle come una risorsa da sfruttare e non come un fardello da scrollarsi di dosso. Andando oltre, viene da riflettere sulle recenti politiche di privatizzazione che stanno portando allo smantellamento dell’infrastruttura industriale del nostro paese, faticosamente costruita in oltre mezzo secolo di storia. In tale contesto è essenziale riflettere su come l’ANAS, società a controllo pubblico, e quindi non soggetta alle stringenti logiche di mercato, possa ancora continuare ad operare con mezzi adeguati nei nostri territori disagiati, costituendo sempre e comunque un punto di riferimento. Uno degli ultimi >>.