La Comunità Montana del Velino scende in campo per fronteggiare il pericolo legato al cinipide ed alla protezione dei castagneti. Infatti, il galligeno si è velocemente evoluto in tutta Italia dal 2002 con gravi conseguenze per il mancato o ridotto sviluppo dei germogli e conseguentemente per lo scarso raccolto delle castagne. L’unico rimedio ritenuto scientificamente valido, è la lotta biologica con il lancio del parassitoide Torymus Sinensis che uccide il Cinipide alimentandosi delle sue larve. << Sono stati effettuati in totale 82 rilasci nel 2014 - ha dichiarato Aurelio SAULLI, Presidente della Coop Velinia (che racchiude i produttori di Antrodoco, Borgo Velino, Micigliano, Castel Sant’Angelo) - oltre ai comuni della Cooperativa, interessati anche quelli di Accumoli, Amatrice, Borbona, Cittareale e Posta >>. I rilasci hanno interessato anche i comuni limitrofi di Petrella Salto e Cittaducale.

La Regione Lazio ha compartecipato finanziando 18 lanci, i restanti 64 sono stati forniti dalla “Greenwood Service” (57 a pagamento e 7 dati in omaggio). << La Comunità Montana - ha aggiunto Francesco NELLI, Assessore della Comunità Montana del Velino - ha sostenuto l'iniziativa della Cooperativa Velinia. Abbiamo voluto essere al fianco dei coltivatori di castagne perché la riteniamo un attività importante per l'economia del nostro territorio. Tra le altre cose abbiamo apprezzato la scelta della lotta biologica e non di quella chimica e la grandissima partecipazione dei castanicoltori, molto attenti nel voler tutelare un eccellenza del nostro territorio. Nel prossimi giorni insieme alla Cooperativa Velinia avvieremo un ciclo di conferenze per spiegare meglio la situazione e il grandissimo lavoro che si sta effettuando, per poter tornare a mangiare le castagne il prima possibile >>. << Si tratta di un aiuto dovuto - ha proseguito Sergio PIROZZI, Presidente dell’Ente montano - i castagneti rappresentano una risorsa ed un tesoro da tutelare e non potevamo rimanere indifferenti verso questa emergenza >>. << La lotta biologica richiede alcuni anni per raggiungere il risultato - ha concluso SAULLI - è essenziale non bruciare le ramaglie prodotte in fase di pulitura e potatura del castagno, fino all’anno successivo di produzione >>.