Torna una delle feste più tradizionali della Valle del Velino. La Festa di Santa Maria della Neve si svolgerà dal 2 al 6 agosto a Bacugno, frazione del Comune di Posta. Un appuntamento che è ormai diventato un vero e proprio punto di riferimento perché la festa del cosiddetto “Toro Ossequioso” è stata esplorata in questi ultimi anni, grazie al lavoro del Comitato, nei suoi contenuti antropologici e nella tradizione gastronomica. Le informazioni sono disponibili innanzitutto in un DVD che contiene il documentario presentato già tre anni fa, più un nuovo contributo filmato. Sicuramente un’altra grande fonte informativa riguarda il sito internet www.bacugno.it, riveduto nella grafica e costantemente aggiornato nei contenuti, dove è possibile leggere tutte le novità inerenti Bacugno e la festa. Il primo appuntamento riguarda sicuramente la 21^ Rassegna Interregionale di Poesia a braccio con poeti di tutto il centro Italia; dalle ore 21.30 sul sagrato della chiesa si svolgerà una manifestazione diventata punto di riferimento per gli appassionati e per quanti vogliano avvicinarsi al mondo della poesia estemporanea. Come capita frequentemente si proseguirà a cantare ben oltre l’esibizione, che prevede sia cantate in ottava a tema che cantate a terzina con organetto o ciaramelle. Nel quadro delle celebrazioni religiose in onore di Santa Maria della Neve, la figura del Toro Ossequioso rappresenta l’elemento rituale centrale, che meglio simboleggia l’interconnessione tra gli elementi cultuali religiosi e quelli di origine pre-cristiana.

Il Toro, che la mattina del 5 agosto di ogni anno si inginocchia nel sagrato della chiesa davanti alla statua della Vergine, vive per gran parte dell’anno con il resto del bestiame del paese. A luglio si trova sulle cime del Monte Boragine, che con i suoi 1829 metri domina la valle che noi suo verde pianoro ospita le frazioni di Bacugno, Steccato, Fontarello, Picciame, Figino e Piedimordenti. Proprio nei primi giorni del mese, un gruppo di persone che conoscono bene l’animale si recano sul monte per prenderlo al lazzo e riportarlo a piedi in paese. Già nel racconto di questa breve sequenza emerge una delle peculiarità della festa di Santa Maria; il fatto che essa sia un evento che coinvolge, con i suoi molteplici rituali, tutta la popolazione e per un periodo che si espande ben al di là dei tre giorni della festa. Il Comitato in questi dieci anni, nelle solite, quasi fisiologiche difficoltà, si è occupato di fare delle opere per il mantenimento della chiesa e di approfondire gli aspetti culturali della festa, con una serie di piccole pubblicazioni annuali, i cosiddetti “libretti”, dove hanno scritto molti studiosi ma anche semplici appassionati. Da questo punto di partenza ci si è mossi per una serie di ricerche volte a recuperare documenti e informazioni su molteplici aspetti, come la storia della chiesa di Santa Maria, la storia orale sulle tradizioni, le biografie di vecchi personaggi, gli antichi mestieri e le ricette tradizionali, le documentazioni fotografiche, sia di immagini storiche che moderne. I frutti più recenti di questo impegno sono quelli degli anni passati, con la pubblicazione del video documentario e con l’organizzazione di un convegno che ha riscontrato grande interesse e di cui la Provincia di Rieti ha pubblicato gli atti. Il rinnovato interesse attorno a questa tradizione ha portato inoltre alla realizzazione di diverse tesi di laurea sulla festa di Bacugno, discusse sia a Roma che a L’Aquila alcune delle quali in fase di lavorazione. La festa si compone di alcuni elementi rituali centrali che possiamo individuare in:

• Il Toro Ossequioso. Le origini della tradizione del Toro vengono generalmente fatte risalire dagli studiosi all’era precristiana; sono state individuate diverse connessioni con rituali di matrice Sabina legati alla celebrazione di culti agresti. Nel tempo la spinta all’acculturazione proveniente dalla chiesa ha portato non il dissolversi ma l’integrarsi di questa componente pagana nel quadro celebrativo cristiano.
• Il Mannocchio. E’ un grande covone di grano fatto di spighe raccolte in piccoli mazzetti ad una ad una e inserite a mano in una grande intelaiatura di preparazione. Una volta terminata la lavorazione e cinto il Manocchio, con una treccia di spighe, esso viene trasportato a spalla per le vie del paese durante la processione.
• Il Solco. Anche qui ci troviamo di fronte ad un rito di celebrazione del lavoro campestre, l’auspicio di un fruttuoso esito del raccolto. Nella notte un gruppo di solcatori parte alla volta della cima del Monte Boragine ed all’alba inizia il taglio di un palo di faggio che trasportato sulla cima viene piantato come segnale per l’inizio della tracciatura del solco diritto, che da qui si dirige fino al paese in corrispondenza dell’entrata della chiesa. I solcatori ridiscendono dal monte facendo una sosta nel paesino di Vetozza dove gli abitanti offrono loro un ristoro prima della ripresa del cammino verso Bacugno. Qui li accoglie il pranzo tradizionale e il suono delle musiche e balli tradizionali.
• I “Ciammellitti”. Sono dei dolci tradizionali che vengono realizzati dalle donne del paese e lanciati alla folla nel sagrato della chiesa al termine delle celebrazioni del 5 agosto. Il lancio dei ciambelletti è un momento di grande euforia nel quale tutti si accalcano per cercare di raggiungere i dolcetti che le ragazze in costume tradizionale tirano dal muro della chiesa.