di Gianfranco PARIS

La licenza rilasciata dal Comune di Rieti al Consorzio Campoloniano 2 per la costruzione di un deposito per conto del COTRAL Lazio ha rilanciato un dibattito tra le forze economiche e politiche locali che dura da anni e che, a meglio approfondirlo, forse potrebbe farci capire perché la politica locale si è infilata da decenni in un cul de sac dal quale non pare sappia uscirne mai più. Dalla intervista inchiesta precedente fatta a Orazio DE PAOLA che abbiamo mandato in pagina qualche giorno fa sono emersi una serie di fatti che mettono in evidenza il solito intreccio di rapporti tra privati e P.A. a mezzo dei quali le licenze edilizie nel capoluogo sabino alla fin fine vengono rilasciate sempre e soprattutto dove vuole il privato richiedente, senza tener in conto alcuno gli interessi della collettività, le regole urbanistiche e senza i controlli previsti. Questo genera la reazione di coloro che ancora pensano che la P.A. non può comportarsi in questo modo i quali, per mantenere viva la fiamma di una P.A. trasparente, sono costretti ad intervenire con esposti, denunce, proteste ecc. La conseguenza di tutto questo è che traffici di vario tipo che hanno lo scopo di procacciare utilità solo a favore di privati alla faccia della P.A. vengono presentati come fatti imprenditoriali utili per risolvere la crisi economica in atto. Una specie di ricatto al quale abboccano anche i sindacati incapaci di elaborare una qualunque strategia di contenimento a favore dei loro iscritti. Chi si oppone è contro lo sviluppo della città!

Ora questo modo di affrontare il problema è inaccettabile, dannoso, e crea gravi guasti alla dialettica del viver civile e va combattuto con decisione. La società per poter progredire deve rispettare regole certe e valide per tutti, e le procedure debbono essere trasparenti, conosciute e sottoposte a verifica. Per questo, essendo venuti a conoscenza che Orazio DE PAOLA ha scoperto alcuni altri fatterelli intorno al rilascio di questa licenza, abbiamo ritenuto di fare un intervista inchiesta n. 2 perché la cittadinanza si possa fare un'idea chiara della questione. Bene Orazio, allora che cosa hai scoperto di nuovo? Nella convenzione tra Consorzio per lo Sviluppo Industriale della Provincia di Rieti e Consorzio Campoloniano II Scarl del 21 dicembre 2005 e ribadito nel rinnovo di tale convenzione in data 15/06/2010, si definisce il valore del terreno così suddiviso: P = C1+C2+C3+C4+C5+C6; C1 = Costo di acquisizione (esproprio) (dato variabile) 14,35 €/mq; C2 = Costo opere di urbanizzazione (dato variabile) 15,31 €/mq; C3 = Oneri finanziari, legali, marketing (dato variabile) 2,50 €/mq; C4 = Costi di gestione (fisso + ISTAT) 2,00 €/mq; C5 = Utile d’impresa (fisso+ISTAT) 4,00 €/mq; C6 = Corrispettivo a favore del Consorzio I. (fisso+ISTAT) 1,50 €/mq. Totale (solo il diritto di superficie) (variabile) 39,99 €/mq. Quali le conseguenze di tale premessa? Se si raffrontano i prezzi risultanti dagli atti citati nel mio esposto del 27/12/2012, si evidenzia: a) che con la vendita alla Epico srl di mq 28403 al prezzo di € 15,02 €/mq e non € 29,99 €/mq risulterebbe che si è favorito il privato per almeno € 709.222,91; b) che con l’esproprio al COTRAL al prezzo di € 12,95 e non a € 39,99 risulterebbe che la società regionale di trasporto avrebbe subito un danno economico di circa € 768.017,12. tale valore sarebbe ancora maggiore se si considera che il COTRAL possedeva il terreno in piena proprietà c) che con la successiva vendita al COTRAL del solo diritto di superficie per mq 27418 (terreno non urbanizzato espropriato per pubblica utilità) e al prezzo di € 18,97 e non a € 14,35 (prezzo calcolato come???), risulterebbe un ulteriore danno economico di circa € 126.671,16 per un terreno su cui il COTRAL ha chiesto e ottenuta dal Comune di Rieti una concessione edilizia per il deposito. Dopo aver speso € 520.016,38 per il terreno ed altri € 656.652,00 di progettazione, il COTRAL stesso valuta tardivamente che il terreno non è idoneo per tale scopo. Inoltre, la determina n°931 e la relativa concessione edilizia perché dovrebbero essere considerate illegittime? a) per mancanza dei requisiti previsti dallo stesso Consorzio Industriale per il seguente motivo: nella delibera del consiglio di amministrazione del Consorzio Industriale del 18/03/2013, alla lettera b) cita testualmente “….fermo restando che detto parere avrà validità solo successivamente al completamento dell’esproprio delle aree da parte dell’ente ed alla concessione delle stesse in diritto di superficie, attraverso la stipula di atto notarile…..” ; esproprio invece avvenuto il 04/07/2013, due mesi dopo la chiusura della Conferenza dei Servizi (28/05/2013) che ha fatto proprio il parere del Consorzio stesso. b) mancanza del certificato di destinazione urbanistica, richiesto il 02/07/2013 protocollo 29713, cioè 3 giorni dopo l’inizio lavori (31/05/2013). c) perché lo stesso certificato dichiara che tale area è destinata solo per attività artigianali, come d'altronde confermato dalla Convenzione stipulata tra il Consorzio Industriale e il Consorzio Campoloniano II in data 15/06/2010 (Rep. 7963 Raccolta n. 4239) nella quale si legge che il Consorzio Campoloniano II potrà “cedere le aree urbanizzate ad imprenditori artigiani”. Non si comprende quindi come il COTRAL PATRIMONIO S.p.A. possa rientrare in tale categoria imprenditoriale. Ma in quel luogo non vi erano anche delle cave di breccia negli anni ‘70? Si è vero. E poiché sussiste un’ordinanza di ripristino, c’è da chiedere al Corpo Forestale dello Stato, all’ARPA, al Consorzio Industriale ed ai precedenti proprietari, documentazione che dimostri quantità/qualità dei materiali riportati e la loro provenienza. Tale verifica si rende necessaria per evitare di seppellire definitivamente un’eventuale discarica abusiva, anche perché dalle planimetrie progettuali, la parte edificata ricade proprio sopra il terreno riportato. Sembrerebbe quindi che la procedura seguita non sia stata conforme alle regole ed non si sia limitata a tener conto solo degli interessi pubblici? Per questo chiedo di verificare l’esistenza di eventuali connivenze all’interno del COTRAL Patrimonio S.p.A./COTRAL S.p.A., del Consorzio Industriale e di altre amministrazioni pubbliche e se sussistono i requisiti per interrompere immediatamente tutte le procedure, prima che si sia fatto altro danno alla collettività, oltre che al territorio, considerato che esistono soluzioni più immediate e più economiche. Noi siamo convinti che di fronte a tali comportamenti sia doveroso non chiudere gli occhi come si fa da decenni qui da noi, bisogna invece andare fino in fondo e chiedere a chi di dovere di risponderne. E' questo intreccio infernale che noi abbiamo chiamato in passato Nano nera, e continueremo a farlo nello interesse superiore della comunità civile e non ci sentiamo partecipi del cosiddetto partito del no. Siamo solo del partito del no agli intrallazzi!