Eccolo di nuovo. Licenziato anzitempo dalla seconda Snaidero alla Ghiacci - Pancotto, l’ex capitano arancione Michele Mian, udinese dal 2000 al 2006, ci ha messo poco a tornare alla ribalta. Con Rieti nel campionato scorso è risalito dritto dalla Legadue in serie A. Domenica con la matricola terribile Solsonica, fresca di primo blitz stagionale nel derby a Roma, attende al varco la squadra arancione: «In casa abbiamo sempre vinto con Milano, Biella e Teramo. Dobbiamo farci i punti salvezza con l’aiuto del nostro pubblico entusiasta. Udine? Domenica per la prima volta non sono partito in quintetto, ma io do sempre il massimo». Mian, che non incrocia più la Snaidero dal memorial Boz a San Vito al Tagliamento, a Rieti vive da papa. Tanto che per la prima volta in carriera gioca per il secondo anno di fila fuori dal Friuli, dopo uno da forzato a Pesaro nel passaggio da Gorizia a Udine. A Rieti, a 34 anni, ha trovato pure l’eterna giovinezza e gioca 20,1 minuti a gara con 7,3 punti di media e il 50% nel tiro da due e da tre. Nulla si fa mancare, se non la moglie Cristina che ha sposato in estate.

Michele, su piazza dicono pure che sei diventato chiacchierone.
«Alla presentazione della squadra ho parlato più di tutti. Gli altri erano intimoriti dalla tante gente presente. Gli americani non sono stati di poche parole, ne hanno dette solo una o due. Nessuno credeva che mi trovassi bene fuori regione. Invece, sono contento da tutti i punti di vista. La città è piccola e vivibile, carina; ha tanto verde nei dintorni. In canoa sul Velino? No, c’è troppa corrente; potrei fare solo discesa, rafting. Con i tifosi e la società c’è un bel rapporto personale. Sono stati tanto bravi e pazienti anche quando ho cercato di avvicinarmi a mia moglie. Adesso siamo tutti contenti e ci scherziamo su».
In campionato non scherzate.
«La squadra ha potenzialità, ma soprattutto all’inizio pensavo che avremmo fatto più fatica. Andiamo bene specie in casa grazie all’entusiasmo del pubblico, che ci dà sicurezza facendosi sentire. Fuori è più difficile. Abbiamo bucato a Varese e Treviso, ma ci siamo riscattati a Roma dove sembrava quasi di giocare in casa perché c’erano 2 mila tifosi da Rieti. Siamo partiti subito forte e intensi, come dovremmo fare sempre: 6-23 nel primo quarto. Non abbiamo mollato pure quando Roma è rientrata in gara».
Udine, invece, è reduce da un -28 a Capo d’Orlando.
«Capita di prenderne 30, una giornata storta. Sta facendo un buon campionato, però. Ha un buon amalgama, giocatori esperti che si conoscevano già. Per questo è avvantaggiata rispetto ad altre squadre».
Domenica che succederà?
«Per noi è una gara in casa e dobbiamo cercare di vincerla. Dobbiamo sfruttare il fattore campo, sentiamo l’importanza di fare punti a Rieti. È un campionato molto equlibrato, in cui ogni domenica ci sono sorprese. Prima o poi le grandi che sono in fondo alla classifica torneranno fuori. Il nostro obiettivo è la salvezza e dobbiamo fare punti per non trovarci in difficoltà più avanti. Tra l’altro, abbiamo un calendario ostico: delle ultime cinque gare ne abbiamo giocata solo una in casa e delle prossime tre è interna soltanto quella con Udine».
Che cosa temi della Snaidero?
«Difende molto bene, pur se domenica ha preso 100 punti. Ne subisce pochi e cerca di non fare giocare gli avversari. È ben costruita, di grande esperienza, molto equilibrata. Ha il marchio degli anni passati, è pericolosa nel tiro da tre. È difficile da affrontare».
Voi siete una bella novità.
«Abbiamo avuto problemi d’amalgama per gl’impegni in nazionale di Helliwell, Kotti e Sow. Anche perché il nostro campionato è cominciato il 6 ottobre e fino al recupero del 24 a Treviso abbiamo giocato tre volte a settimana, allenandoci poco quindi. Coach Lardo ha quintetti variabili, ma di solito parte con Finley play, Carter e un’altra guardia, Hurd e Sow. Fino a Roma ero io l’altro piccolo in quintetto».
E domenica arriva Udine...
«Nessun problema. Ho fatto un buon precampionato e ho avuto spazio, ma io do sempre il massimo».

(fonte "Il Messaggero Veneto"