E’ stata presentata all’attento pubblico nursino la relazione settecentesca che l’Avv. Angelo BENUCCI scrisse tra il 1781 e il 1783 visitando l’allora Provincia dell’Umbria, questo grazie ad una pubblicazione della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria curata da Romano CORDELLA e Rita CHIAVERINI (nella foto). Il volume trascrive un antico manoscritto conservato presso l’Archivio storico di Norcia che si è rivelato una fonte storica ed archivistica di particolare interesse per conoscere la realtà settecentesca della Provincia dell’Umbria, comprendente non solo l’Umbria (ad eccezione dell’Eugubino e dell’Orvietano), ma anche buona parte dell’attuale Provincia di Rieti e delle Marche. Angelo BENUCCI era un funzionario inviato dalla Congregazione del Buon Governo di Roma a verificare lo stato di attuazione della riforma del Catasto Piano, che non si ferma a questa tematica, ma la supera offrendo molteplici spunti: economici, agrari, fiscali, amministrativi, sociologici, etnografici. Una lettura stimolante, piena di notizie puntuali e sorprendenti non solo su Norcia e i comuni della Valnerina, ma anche su Spoleto, Foligno, Nocera Umbra, Assisi, Perugia, Città di Castello, Terni, Todi, Montefalco, Marsciano, Narni, Amelia …

La pubblicazione, stampata dalle Grafiche MILLEFIORINI di Norcia grazie al contributo della Banca Popolare di Spoleto e del Consorzio BIM di Cascia, è stata presentata da Gian Paolo STEFANELLI, Sindaco del Comune di Norcia; Fabrizio BRACCO, Assessore alla cultura della Regione Umbria; Attilio BARTOLI LANGELI e Fabio BETTONI della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria; nonché da Manuel Vaquero PINEIRO, dell’Università degli Studi di Perugia. Particolarmente dettagliati gli interventi dei relatori sulla riforma del Catasto Piano, voluto da Pio VI nel 1777, al fine di modernizzare il sistema fiscale dello Stato Pontificio. Molteplici sono state le curiosità emerse dalla lettura di alcuni passi del volume, come le requisitorie del BENUCCI contro i profittatori; i consigli ai suoi superiori su come contrastare l’ozio e il degrado degli emarginati o la differenza tra montagnoli di alta quota e di bassa quota. Dunque, da un lato notazioni d’ufficio, funzionali al prestigioso incarico ricevuto dal BENUCCI, dall’altro osservazioni personali, libere, a volte persino spericolate. Sta proprio in questa mescolanza la qualità più originale della relazione BENUCCI, a metà tra il documento burocratico e il taccuino di viaggio. Per merito di questo grand commis pontificio che respira l’aria del suo tempo (grazie al paziente e certosino lavoro della CHIAVERINI e di CORDELLA, intrapreso due anni fa), ora è disponibile una inedita inchiesta sull’Umbria, di grande spessore e vivezza.