Riceviamo e pubblichiamo integralmente:

<< A Monte San Giovanni in Sabina, dopo aver consegnato lo scorso 26 luglio presso gli uffici comunali, la Prefettura e tutti i comandi provinciali delle forze di pubblica sicurezza una petizione sottoscritta da oltre 360 persone, i cittadini firmatari non possono ancora dirsi soddisfatti delle informazioni ricevute per voce del primo cittadino. Alla richiesta rivoltagli di controllare la situazione operativa di una serie di cooperative sociali stanziatesi sul territorio ed operanti nel settore del recupero di malati psichici, tossicodipendenti, rifugiati politici e detenuti, il Sindaco non ha ancora risposto in via ufficiale né ha adottato alcun provvedimento rivolto a tranquillizzare la cittadinanza, limitandosi ad una comunicazione ancora una volta parziale affidata peraltro alla stampa, lo scorso 2 agosto, e solo in risposta ad un precedente articolo pubblicato sulla cronaca locale. Il Sindaco, nelle dichiarazioni rese, definisce “inopportuna” la richiesta avanzata dai cittadini firmatari di rimuovere tutti gli insediamenti di cooperative ed associazioni presenti nella zona ed impedirne di nuovi, in quanto non ritenuti più compatibili con la pubblica sicurezza del territorio, e si definisce inoltre “non competente” ad agire in tal senso, oltre a “non ravvisarne il motivo”. Dimentica forse il primo cittadino che, proprio in quanto Sindaco, è responsabile in prima persona di ordine pubblico e sicurezza della cittadinanza ed è per questo che i suoi amministrati gli hanno indirizzato, con senso di democratica civiltà, tale richiesta. Di fronte ad un così nutrito numero di persone che hanno richiesto aiuto ed informazioni certe, la cittadinanza non può accettare un atteggiamento così minimalista da parte di chi governa il paese.

Quelli che nella risposta del 2 agosto scorso sono definiti “persone svantaggiate ospiti della casa famiglia Linea Punto Verde” sono in realtà detenuti, che stanno attualmente ancora scontando la loro pena. I cittadini, allora, si chiedono quale sia la difficoltà di chiamarle con il loro nome se non vi è per la cittadinanza, come ha anche sottolineato il Sindaco AVICENNA, alcun motivo di preoccuparsi. Una tale minimalizzazione di un problema sentito da gran parte della cittadinanza (il comune conta 770 abitanti circa, compresi bambini e minorenni e la petizione è stata sottoscritta prima da 360 cittadini e ad oggi i firmatari sono saliti a 410 in pochi giorni) non è la soluzione migliore al problema e non risponde neppure al dovere di trasparenza dell’Amministrazione nei confronti dei cittadini. Mentre per gli ospiti delle strutture assistenziali insediatasi negli anni passati non ci sono stati pregiudizi e non sono state sollevate polemiche, le gravi preoccupazioni della cittadinanza sulla propria tranquillità e sicurezza, derivanti dal recente ed ulteriore insediamento sul territorio di detenuti in espiazione di pena, non possono essere prese così alla leggera da parte di chi amministra. I firmatari, oggi, vogliono sapere quanti siano gli ex detenuti in fase di reinserimento ed i detenuti presenti e desiderano inoltre conoscere per quale violazione siano stati condannati, in quanto uno stupratore seriale, ad esempio, risulta indubbiamente avere una pericolosità sociale ben diversa dal ladro in un supermercato. Inoltre i cittadini vogliono sapere quali siano le forme di controllo necessarie e quali vengano concretamente attuate, considerando che i Carabinieri di Contigliano (la cui stazione si trova ad 11 Km di distanza dal paese di Monte San Giovanni, dispone di un organico di poche unità ed ha un territorio molto vasto da vigilare che comprende diversi Comuni dislocati in circa 100 kmq) stanno effettuando in loco le medesime visite ispettive che già precedentemente garantivano al territorio. Oltre al condivisibile spirito di solidarietà i cittadini si chiedono, inoltre, quale sia il vantaggio reale per il Comune non solo ad avere, ma anche ad incrementare, su un territorio già così svantaggiato per molteplici aspetti, la presenza di tali realtà sociali, considerando che la maggior parte dei Comuni della provincia hanno negato il proprio consenso all’insediamento di tali operatori del settore pur avendo la presenza di un presidio di polizia nel territorio, a differenza di Monte San Giovanni in cui non può certo essere definito tale la stazione della Guardia Forestale che garantisce operatività in virtù delle quattro unità in forza e considerando anche gli altri servizi istituzionali specifici, cui sono spesso impiegati e che oltretutto non risulta essere stata coinvolta nel controllo dei detenuti in argomento. I cittadini aspettano risposte concrete a tutte queste domande e non fugaci e minimaliste affermazioni >>.