Riceviamo e pubblichiamo integralmente:

<< Nella settimana trascorsa, il problema dei precari del Comune di Rieti è stato argomento ricorrente nella stampa locale ed anche il primo scottante problema del Sindaco neo eletto Simone PETRANGELI che, come si sa, per la relativa soluzione, ha lanciato l’ipotesi di un patto di solidarietà fra amministratori, dirigenti e lavoratori dell’Ente. In tempi di crisi come quello attuale è istintivo e naturale solidarizzare (guai se non fosse così) con chiunque rischi di perdere il lavoro. Per la CGIL FP non può che essere un principio indiscutibile ma, per noi che conosciamo la realtà del Comune di Rieti e la storia del personale degli ultimi diciotto anni di amministrazione di centro destra, è necessario fare dei distinguo. I precari del Comune di Rieti, infatti, definiti genericamente con tale termine, sono, di fatto, sia lavoratori che sono stati ad un passo dalla stabilizzazione, che consentono lo svolgimento di attività di servizi essenziali, sia soggetti che hanno ottenuto l’accesso al lavoro pubblico quale staff del Sindaco (come peraltro consentito dalle norme) o per chiamata diretta di tal amministratore, (e ciò anche in epoca recentissima in piena campagna elettorale), con arrogante disinteresse per tanti giovani o famiglie che, magari bisognosi, sono restati fuori a guardare. In tempi di crisi, è in parte giustificabile chi ha accettato il compromesso morale, ha fruito di tali percorsi e goduto di vari privilegi, anche quando i medesimi sono stati adibiti ad incarichi improbabili, ma ciò, tuttavia, non consente che, oggi, tutti i lavoratori titolari di contratti a tempo, possano, nello stesso modo, rivendicare proroghe o riconferme.

A quanto sopra va aggiunto che, nella spasmodica ricerca di consenso da parte della politica e pur se a suo tempo avvisati sia dalle OO.SS., sia da organi esterni di controllo, si è perseverato con assunzioni anomale, anche in contrasto con il limite di spesa per il personale, previsto dalle vigenti norme. La responsabilità della sottoscrizione di tali atti illegittimi, evidentemente imposti dalla politica, a cui non si dovrebbe comunque sottostare, è riconducibile all’operato della struttura dirigenziale che, secondo l’indirizzo normativo, dovrebbe agire in maniera autonoma ricevendo dalla parte politica indirizzi ed obiettivi, garantendone l’attuazione a norma di legge. Chiarito quanto sopra, la CGIL FP esprime comunque il proprio parere favorevole alla proposta di patto di solidarietà ipotizzato dal Sindaco, concordando con lo stesso che, dopo una breve proroga dei contratti necessari alle attività dell’Ente, dovranno essere verificate le singole posizioni e mansioni, ribadendo quanto già espresso nelle trattative svoltesi, ovvero che i dirigenti dovranno provvedere al reperimento delle somme occorrenti attraverso l’intera indennità di risultato di competenza per l’anno 2011, in quanto, alcuni di essi, evidentemente responsabili della situazione attuale. Siamo certi inoltre che il sacrificio richiesto ai dipendenti del comparto, che potrebbe essere quello di contrattare in competenza 2012 quanto residuato dalla competenza 2011 (semplice traslazione di un anno, come di fatto avvenuto per via della mancata contrattazione del fondo 2011), senza quindi alcuna decurtazione del salario accessorio, potrebbe essere più che compensato dalla eliminazione delle posizioni organizzative (finanziate con il fondo di produttività di tutti i dipendenti), troppo spesso anche esse usate come leva della politica in cerca di facili consensi >>.