di Gianfranco PARIS

C'è in atto in Italia una guerra al Governo MONTI da parte degli Ordini professionali per l'abolizione della tariffe professionali previste dalla “tariffe” approvate dagli Ordini stessi. Si tratta di una norma che tende a sottrarre le parcelle al semilibero arbitrio che le determina in base a minimi e massimi di ampia fascia discrezionale e al controllo dei membri dei consigli degli ordini che quantificano il valore dell'opera svolta con valore di definitività. C'è poi nel decreto un'altra norma fortemente innovativa. Essa prevede che il professionista debba rilasciare a richiesta un preventivo della attività che andrà a svolgere indicandone la complessità e quantificando in denaro la prestazione che andrà a percepire, e le modalità dello incasso a cominciare dall'anticipo. Questa norma ha il chiaro scopo di sottrarre l'utente della prestazione dal rischio, molto spesso reale, di spiacevoli sorprese di fronte alle quali non ha difesa alcuna. Per gli enti pubblici che conferiscono parcelle c'è l'obbligo di richiedere almeno tre preventivi, ma la cosa non pare ancora definitiva. Nell'art. 9 del D.L. 24/1/2012 n°1 ci sono altre modifiche, ma per ora mi limito ad esaminare solo queste due grandi novità. Sono iscritto all'Albo degli avvocati dal 1965 e scrivo per esperienza vissuta. I miei colleghi vedono come fumo negli occhi queste due innovazioni. Io dissento profondamente da loro. La selezione degli avvocati in questi ultimi anni soffre di un tentativo massiccio di sbarramento da parte di coloro che sono già iscritti agli albi. Tale sbarramento viene esercitato con ferreo controllo attraverso gli esami che sono diventati difficilissimi per coloro che, pur avendo predisposizione e capacità, non hanno santi nel paradiso delle varie baronie sparse in tutta Italia.

Gli iscritti si tutelano con la tariffazione obbligatoria e con il controllo delle parcelle, senza che fin dall'inizio il cliente possa capire niente di quel che accadrà alle sue tasche nel corso della vertenza. Quando uno straniero, sia esso un privato, una assicurazione, un ente pubblico o privato ecc. che debba affrontare la giustizia in Italia ti affida l'incarico, ti chiede regolarmente un preventivo. Conosco la cosa per esperienza diretta. Il nostro sistema è quasi unico in Europa. Non conosco ciò che accade nel resto del mondo, ma da quello che si vede nei film ed è descritto in letteratura pare che americani, cinesi ecc..siano più vicini agli altri stati europei che a noi. A questo punto mi piace spiegare perché io sono favorevole al Governo MONTI citando fatti che succedono nel mio Foro, perché solo con i fatti concreti si può capire bene la filosofia che le ispirano e l'impatto concreto di norme astratte come quelle previste dall'art. 9 del D.L. 24/1/2012 n°1. E' di questi giorni la notizia, apparsa su il Messaggero di Rieti, che un membro del nostro consiglio dell'Ordine ha ottenuto una considerevole somma di denaro dalla Amministrazione provinciale di Rieti per un ricorso al TAR del Lazio. Non è mia intenzione mettere bocca sulla somma ricevuta e sul valore della attività svolta. Non mi riguarda. Mi riguarda invece come cittadino e lavoratore il modo come qui da noi vengono conferiti gli incarichi ed il sistema di liquidazione che MONTI intende abrogare. La Provincia di Rieti, come del resto il Comune e gli altri enti locali, affidano gli incarichi al buio. Deliberano un modesto acconto e poi attendono la parcella finale. La parcella finale viene redatta dal professionista e vistata con il parere di congruità dal consiglio dell'ordine. Di norma in questi ultimi anni ogni due anni si sviluppa una lotta serrata tra varie cordate di avvocati per la conquista del Consiglio dell'Ordine. La prossima ci sarà ai primi di febbraio, tra pochi giorni. Le cordate sono spesso costituite da colleghi iscritti a partiti politici che conoscono bene i metodi praticati in quel settore per riuscire ad entrare nei vari organi direttivi. Poi nei due anni che seguono molto spesso nelle delibere di incarichi di Provincia, Comuni, ATER, ecc. compaiono nomi di avvocati che sono membri del Consiglio dell'ordine e anche contemporaneamente assessori, consiglieri comunali ecc. Nel caso di BERLUSCONI i partiti della sinistra hanno parlato per quasi due decenni di conflitto di interessi, nel nostro caso una tale commistione tra politica e incarichi professionali come la vogliamo chiamare? Collusione di interessi? Il bello è che alcuni di questi oggi in politica si candidano a rappresentare il nuovo. Se invece gli enti pubblici dovessero richiedere tre preventivi per poter affidare un incarico ad un avvocato, a meno che si verifichino cordate, pur sempre possibili, come accade negli appalti, si verificherà comunque una notevole bonifica nel settore. E soprattutto si avvierà quella liberalizzazione che consentirà ai più bravi di emergere e non ai più aggreppiati di ingrassarsi, come accade da una ventina d'anni a questa parte. Il rumore contro il decreto MONTI non proviene dalla base delle centinaia di migliaia di iscritti, ma da coloro che li controllano attraverso gli ordini professionali. UNA CASTA NELLA CASTA. E' per questo che queste sovrastrutture vanno abolite come chiedono a gran voce da decenni i Radicali. Ora mi aspetto che l'Ordine al quale appartengo mi sottoponga a procedimento disciplinare.