“Le imprese agricole che operano nei territori situati oltre i 900 m. s.l.m. non possono essere svantaggiate rispetto a quelle di pianura. Anche a queste devono essere garantite le stesse opportunità di sopravvivenza e di sviluppo”. Questa, in sintesi, la ragione alla base di una mozione presentata durante l’ultima seduta del Consiglio comunale di Norcia (in differita integrale sulle frequenze di MEP Radio Organizzazione, giovedì 17 novembre, alle ore 10.40), a firma del gruppo consiliare “Norcia nel Cuore”, e votata all’unanimità. << La finalità di questa mozione - ha dichiarato Camillo COCCIA, Assessore comunale all’Agricoltura (nella foto) - è quella di abrogare l’articolo 119 della Legge Regionale n°8 del 16/09/2011 che, andando ad integrare il comma 5 dell’art. 15 della Legge n°27/2000, pone un pesante vincolo urbanistico, oltre che sulle aree boscate, sulle praterie naturali, i pascoli permanenti e le aree al di sopra dei 900 metri di altitudine. Di fatto, questa norma stabilisce che tutte le aree al di sopra di questa altitudine non possono essere più vincolate per la realizzazione di nuovi edifici destinati a residenza o ad attività produttive agricole necessarie all’attività dell’impresa e, se abbinata al comma 7 dell’art. 34 della Legge regionale 11/2005, sancisce l’inedificabilità delle stesse aree >>. Quindi, una norma restrittiva e fortemente penalizzante per la maggior parte delle aziende agricole che operano nel nursino.

<< Gli effetti di questa nuova normativa - ha proseguito COCCIA - sono devastanti per la nostra economia. In primo luogo viene impedito agli agricoltori dei territori montani svantaggiati, e solo a loro, di svolgere in maniera funzionale le attività agro-silvo-pastorali su un territorio da sempre vocato a queste logiche, e questo anche in contrasto con la legge n°44 della stessa Costituzione Italiana, che enuncia principi di “equità e parità di trattamento tra soggetti dello stesso Comune e di Regioni confinanti. Il disposto regionale, infatti crea sperequazione non solo tra le imprese agricole della montagna e quelle della pianura ma anche tra gli agricoltori montani umbri e quelli del resto d’Italia, cui la norma non si riferisce, giungendo ad alterare a tutti gli effetti il mercato dei prodotti tipici. Un mercato che per svilupparsi deve obbligatoriamente fare i conti con l’adeguamento costante alle esigenze imposte dalle normative di strutture e metodi di lavorazione, conservazione e confezionamento dei prodotti agricoli. Togliendo alle imprese agricole montane la potenzialità di progredire dal punto di vista tecnico e funzionale - ha concluso l’Assessore all’Agricoltura - si impedisce ad un intero territorio di attuare le linee di sviluppo su cui basare la programmazione sociale ed economica, quest’ultima da sempre incentrata sulle attività agro-alimentari, che danno un’impronta fondamentale alla nostra storia, alla nostra cultura e alle nostre tradizioni >>. Quindi, l’Assise cittadina ha dato mandato al Sindaco STEFANELLI di promuovere ogni iniziativa amministrativa e/o politica necessaria per ottenere l’abrogazione dell’articolo 119 della Legge regionale n°8 e, contestualmente, ha deliberato di inviare l’atto consiliare a tutte le amministrazioni comunali della Valnerina.