Con il periodo estivo riprendono le escursioni storico-naturalistiche del Comitato APIDIENUS. Questa volta oggetto della manifestazione sarà l’area del Valico del Monte Tancia, nel territorio del Comune di Monte San Giovanni in Sabina, oggi località marginale rispetto all’attuale sistema urbanistico e viario della Provincia di Rieti, nell’antichità, invece, snodo di fondamentale importanza all’interno dell’organizzazione difensiva e stradale sabina. Infatti, dalle fonti farfensi, emerge in maniera sostanziale l’importanza dell’area della catena montuosa del Tancia, confermata dai cospicui resti archeologici, riconoscibili nel santuario incentrato intorno al culto di San Michele Arcangelo, nella rocca di Tancia, nel castello del Fatucchio e nella chiesa arcipresbiterale di Sant'Ilario. Una delle più antiche attestazioni del toponimo Tancia si ritrova in un documento del 751 d.C., in cui il Re longobardo Astolfo conferma all’Abbazia di Farfa le donazioni di alcune proprietà nel gualdus denominato Tancies, concesse da Idelprando Duca di Spoleto. L’appuntamento è per domenica 3 luglio, alle ore 08.15, nei pressi dell’Osteria di Tancia, da cui avrà inizio l’escursione, patrocinata dalla locale Amministrazione comunale ed organizzata e condotta da esperti del Comitato attraverso le rovine del castello del Fatucchio, l’antica via ad cisternam, il rivus Calentinus e le emergenze archeologiche presenti nei dintorni e all’interno della grotta di San Michele.

Infine, al termine della mattinata, sarà anche possibile prendere parte ad un ristoro conviviale a base di prodotti tipici locali, organizzato dalla Pro Loco di Monte San Giovanni e curato dalla Società Cooperativa Sociale “Turistica Valle Sabina” (per la partecipazione al pranzo è necessaria la prenotazione: Federico ZUCCARI 328.8735727 - Stefano DURANTI 334.9374226 - e-mail: apidienusonlus@alice.it). << L’obiettivo dell’iniziativa - ha dichiarato Federico GILETTI, Presidente del Comitato APIDIENUS - non è solo quello di far conoscere alla gente del luogo parte del loro patrimonio culturale, ma consiste soprattutto nella volontà di recuperare materialmente un bene della collettività dall’oblio che lo avvolge oramai da troppo tempo. Il sito, infatti, pur essendo facilmente raggiungibile e oramai pienamente intergrato nella paesaggistica della zona, ricade ancora in una sfera marginale della conoscenza collettiva sulle potenzialità e risorse del territorio basso-sabino. Rientra tra le finalità del Comitato APIDIENUS, oltre la ricerca e lo studio del territorio, anche la divulgazione di una conoscenza comune dello stesso, attraverso opere di sensibilizzazione volte a presentare ai cittadini e alle amministrazioni vigenti un patrimonio culturale, non solo presupposto di una nostra coscienza storica e identità sabina, ma anche propedeutico allo sviluppo e alla crescita sociale ed economica del territorio. L’adozione di una politica di gestione condivisa, trasparente e partecipata dei beni culturali del territorio, promotrice di nuove forme di sviluppo economico e culturale sostenibile, costituirebbe la base su cui creare nuove realtà lavorative, nuove attività che nascono dal territorio per il territorio, comportando un sostanziale miglioramento delle condizioni sociali e della qualità di vita dei suoi abitanti, ammortizzando il problema della mancanza di occupazione. L’istituzione di nuovi ed attesi posti di lavoro potrebbe finalmente rappresentare un freno, se non un’inversione di marcia, al continuo fenomeno di spopolamento demografico che affligge oramai da diversi anni i piccoli paesi della sabina interna, soprattutto da parte della componente giovanile, che riscontrando una difficoltà nel trovare occupazione e nel realizzare con dignità i propri sogni ed ambizioni, decide di migrare altrove. È giunto il tempo - ha concluso GILETTI - che si creino i presupposti per un impegno diffuso e per una forte assunzione di responsabilità da parte sia delle amministrazioni sia della collettività, affinché venga definito un quadro trasparente di regole e di risorse certe di lungo respiro, che diano priorità alla tutela del patrimonio culturale locale e avvio ad un programma di sviluppo sostenibile condiviso dello stesso, tenendo ben presente che gli aspetti culturali di un territorio non sono mai un costo, bensì un investimento! >>.