Riceviamo e pubblichiamo integralmente una nota del Dott. Paolo BIGLIOCCHI (nella foto), Consigliere comunale di Alleanza per Rieti:

<< Leggiamo ancora oggi delle difficoltà operative del Centro trasfusionale per mancanza di medici e questo coincide con le stesse difficoltà presenti in altri servizi interni del DE’ LELLIS. Radiologia, radioterapia, oncologia per non parlare di un hospice pronto da tempo sono il filtro che permette di leggere la miopia di una politica amministrativa che tiene conto solo dei bilanci e non delle esigenze di qualità di un servizio rivolto ai cittadini. Una politica di soli tagli, tra non molto colpiti anche i precari presenti e necessari, che mette a rischio quantità e qualità della sanità pubblica sul territorio. Bene ricordare anche la volontà dei vertici aziendali di ridurre il servizio di emergenza (CSM) psichiatrica basando il tutto su una discutibile scelta che equipara tutte le patologie e non riconosce la specificità del paziente psichiatrico addossando al 118 ed alla continuità assistenziale (con eventuale intervento delle forze dell’ordine) la soluzione di casi che potrebbero essere (come è sempre stato) trattati a domicilio senza bisogno di ricovero. In tutto questo non si comprende perché la Regione Lazio non abbia adottato procedure utilizzate nelle tanto decantate realtà del nord in cui il blocco del turn over e delle assunzioni viene calibrato sulle cifre di disavanzo delle singole AUSL ed abbia invece penalizzato tutti allo steso modo.

Forse perché i disavanzi maggiori sono nelle AUSL romane!! Nessuno intende colpevolizzare in modo specifico il nuovo Direttore generale, freddo esecutore di ordini superiori, ma certo è che ha il compito di rendere efficienti i servizi sul territorio e questo deve essere fatto anche entrando in conflitto con una Regione matrigna. Viene il dubbio che la mobilità passiva, di cui tanto si parla, sia una strategia evitando investimenti reali e differenziando il debito. Dubbio inevitabile come inevitabile ne è una crescita in una Provincia sempre più depauperata di servizi ed in cui non si riescono a far funzionare neanche quelli presenti. A poco serve un atto aziendale inutile anche nelle previsioni di crescita se questa è bloccata da politiche regionali che ne rendono impossibile l’applicazione. E vedremo se il 1 giugno chiuderà anche Amatrice! >>.