Riceviamo e pubblichiamo integralmente una nota di Gian Paolo STEFANELLI (nella foto), Sindaco del Comune di Norcia:

<< Il dibattito di questi giorni sul richiamo o meno, nello Statuto regionale, dei Santi Benedetto e Francesco, sta portando alla luce un forte disagio e una divisione che minacciano di riconoscere e di valorizzare, anche simbolicamente, il debito di civiltà che il patrimonio storico e culturale umbro ha contratto con la nostra profonda tradizione cristiana. Si discute sull'opportunità di richiamare nel nostro Statuto i Santi dai quali abbiamo ereditato valori di vita, richiamando anche argomentazioni ispirate al principio della laicità: ma per arrivare dove e ottenere cosa? Nel piccolo della nostra Regione, da sempre impregnata di religione, di spiritualità e di ethos cristiano, stiamo rischiando di ottenere lo stesso risultato avuto nella Carta Costituzionale europea, con l’assenza di un esplicito riferimento a Dio e alle radici cristiane dell’Europa. In questo difficile momento, invece, la forza dell’insegnamento benedettino e dell'insegnamento francescano, dovrebbe costituire un punto di riferimento prezioso, in grado di offrire una prospettiva alle nostre esistenze, tanto nella dimensione dell'impegno quotidiano quanto in quella dello spirito. Questi insegnamenti consentirono di gettare il seme di un linguaggio comune: pensiamo solo alle innumerevoli comunità monastiche diffuse in ogni parte del continente. Nel Trattato costituzionale europeo ci si è rifiutati di esprimere con chiarezza questa verità così semplice ed evidente. Si è voluta negare un'identità radicata nella storia e nella cultura in nome di una difesa ipocrita e strumentale della laicità delle Istituzioni pubbliche. Non commettiamo lo stesso sbaglio.

La forza del messaggio di San Benedetto, le indicazioni chiare ed esigenti della sua Regola rappresentano in questo senso un richiamo per tutti noi. E lo sprono è soprattutto per chi è impegnato nella vita pubblica, in una fase in cui una politica in crisi di identità sta perdendo anima e sostanza; gestisce con fatica l'oggi senza indicare una salda prospettiva per il domani. Disponiamoci a seguire l'esortazione della Regola benedettina che dice: “ ... è ora di scuotersi dal sonno!”. E' un'esortazione la cui forza ha raggiunto (e raggiunge ancora oggi) credenti e non credenti. E' un richiamo a farsi carico delle proprie responsabilità, ciascuno nel suo ambito di vita e di lavoro. Abbiamo il dovere di conciliare le prerogative di uno Stato laico con le direttive della nostra Chiesa, per affermare i diritti fondamentali della persona umana, interpretando la laicità non come ostilità alla religione ma, al contrario, come impegno a garantire a tutti, singoli e gruppi, nel rispetto delle esigenze del bene comune, la possibilità di vivere e manifestare le proprie convinzioni religiose. Dobbiamo ritornare al primato della persona, unico terreno su cui pensare un rinnovamento culturale e politico, soprattutto in questo momento di scontro e confronto tra culture e fedi diverse che troppo spesso lasciano spazio agli estremismi. Il nostro Statuto regionale “si nutre” dell'eredità cristiana lasciata dai nostri Santi e non si può comportare in modo neutrale rispetto a questa eredità. E’ importante che questa eredità resti salva, venga protetta e adeguatamente valorizzata, andando oltre il timido riferimento attualmente presente. San Benedetto, che Papa Paolo VI ha proclamato Patrono principale d'Europa, e San Francesco, Patrono d'Italia, sono esempi luminosi di santità, maestri di civiltà che propongono un’equilibrata ed adeguata visione delle esigenze divine e delle finalità ultime dell’uomo. Sono guide che suscitano sentimenti di integrazione culturale, fraternità autentica e costante e di pace. Non possiamo prescindere da questi valori se nostro intento è quello di rinnovare e di governare il mondo. E chi dovrebbe sentirsi in dovere e avere l’obbligo morale di portare l'esempio di questi antichi maestri di umanesimo, se i loro 'corregionali' ne fanno un terreno di discussione anziché un inestimabile tesoro di cui vantarsi e farsi paladini? >>.