Lo scorso martedì, la 1^ Commissione Affari Costituzionali del Senato, presieduta dal Sen. VIZZINI, ha ascoltato l’ANPCI - Associazione Nazionale dei Piccoli Comuni d’Italia, relativamente al DDL n°2259 - testo del Codice delle Autonomie. La delegazione era composta dalla Presidente Franca BIGLIO, dal Vice Arturo MANERA, dal rappresentante della Lombardia, Antonio CALABRETTA, e da quello del Lazio, Clemente DOMINICI, attuale Sindaco di Paganico Sabino. La BIGLIO ha suddiviso il suo intervento in tre parti: a) la premessa; b) le proposte emendative; c) le conclusioni. Nella premessa ha esposto alla Commissione l’importanza, l’indispensabilità dell’esistenza delle piccole realtà dove oltre il 55% degli italiani vorrebbe abitare, così come risulta da un sondaggio on-line della Coldiretti dal quale si evince che i cittadini evidenziano una netta propensione per le realtà comunali al di sotto dei cinquemila abitanti. Per quanto concerne le tante proposte emendative ai vari articoli, la presidente ha concentrato l’attenzione su alcuni temi fondamentali ed indispensabili per la vita delle realtà minori; in particolare ha voluto sfatare l’idea diffusa, ma sbagliata, secondo la quale non sia possibile per un piccolo comune gestire in modo efficace le funzioni spettanti. Ha quindi insistito sul fatto che non è assolutamente dimostrabile che l’obbligo (non condiviso dall’ANPCI) per l’esercizio associato generi efficienza, efficacia, economicità. L’associazionismo, ha ribadito, è un idoneo strumento per il miglioramento dei servizi, ma non puo’ essere obbligatorio e deve essere generato dal basso anzichè calato dall’alto.

Ha poi presentato una proposta di “formula secca” semplice e snella: << ... i servizi al cittadino devono essere erogati nel rispetto dei costi standard >>. In base a questo unico e vincolante rispetto, il Comune sarà costretto di suo, senza imposizioni dall’alto, a stabilire se gestire autonomamente, in economia oppure se in forma associata attraverso i due strumenti messi a sua disposizione: Unione e Convenzione. Infine, ha concluso con le proposte di inserimento nel DDL di ulteriori norme migliorative: 1) abrogazione del limite di mandato amministrativo, il c.d. “terzo mandato”; 2) conferma della deroga ”BASSANINI” in materia di divisione dei poteri (L. n°448/2001) secondo la quale. la giunta può avocare a sé la responsabilità delle funzioni (con notevole risparmio per le casse comunali); 3) riconoscimento dell’ANPCI e sua partecipazione alla conferenza Stato-Città-Autonomie Locali ed a tutti i tavoli di concertazione relativi alle autonomie locali; 4) istituzione, nel tema del federalismo solidale, di un parametro definito del “disagio” per i trasferimenti erariali nazionali e regionali a favore dei comuni inferiori a 5000 abitanti, facendo presente che << … i continui cambiamenti non giovano ai comuni e soprattutto che i sindaci non possono continuare a sentirsi sotto tutela e rifiutano il messaggio falsato secondo cui gli sprechi ed i privilegi si annidano nei piccoli comuni e nei loro amministratori, la cui opera di civile impegno non e’ stata mai adeguatamente ricompensata >>.