Riceviamo e pubblichiamo integralmente un comunicato a firma di Stefania GUNNELLA, Segretario provinciale CISL-FP:

<< Mentre la contabilità delle morti e degli infortuni sul lavoro ha raggiunto cifre agghiaccianti (una vittima ogni sette ore, record europeo, secondo l’ultimo rapporto ANMIL), l’Ente che statutariamente dovrebbe ridurre il fenomeno smobilita in nome di un malinteso risparmio di risorse. E come accade ormai sempre più spesso, a pagarne le conseguenze è ancora una volta Rieti. Con deliberazione n°500 del 24 dicembre 2007, il Consiglio di Amministrazione dell’INAIL ha infatti approvato il progetto di Nuovo Ordinamento Centrale e Territoriale dell’Istituto che, in ossequio ai tagli imposti dalla legge Finanziaria 2007, prevede il declassamento delle sedi con minori carichi di lavoro. L’accordo che ha portato a questa decisione, stipulato a livello nazionale, non è stato firmato dalla CISL, ma ormai il solco è aperto ed ora la trattativa si è spostata sul tavolo regionale per i dettagli attuativi. Unica nel Lazio, la Direzione Provinciale di Rieti sarà quindi retrocessa dalla fascia A (autonoma e gestita da un dirigente amministrativo e da un dirigente medico) alla fascia B, guidata da un funzionario e posta alle dipendenze della Direzione Provinciale di Viterbo.

Il previsto declassamento non rappresenta evidentemente solo una perdita di prestigio, ma determina un oggettivo depotenziamento del presidio reatino, proprio nel momento in cui il dramma delle morti bianche è finalmente entrato nell’agenda delle priorità della politica. Per la sede di Rieti, la prima, diretta conseguenza del provvedimento sarà la perdita secca del dirigente amministrativo, del dirigente medico, dell’assistente sociale e del funzionario informatico, mentre il previsto accorpamento dei processi lavorativi a Viterbo comporterà a regime un’ulteriore riduzione di personale. La CISL del Lazio continua con coerenza e nettezza la sua battaglia contro questa deriva: poiché però la Direzione Provinciale INAIL di Rieti è l’unica nella regione ad essere colpita dalla riforma, invochiamo una decisa assunzione di responsabilità a livello locale di tutte le forze politiche e sociali e dell’intera opinione pubblica, affinché l’epilogo, che sembra ormai scritto, del declassamento della sede reatina non si trasformi nell’ennesima spoliazione subita dal nostro territorio >>.