Riceviamo e pubblichiamo integralmente una nota a firma di Emanuele MICARELLI, Manuel SALINI, Fabio MAZZETTI, Claudio MILARDI, Simona BERTON e Daniele D’ANGELI:

<< I sottoscritti componenti del coordinamento provinciale del PdL chiedono al Coordinatore, Sen. Angelo Maria CICOLANI, di convocare urgentemente gli organi di partito per un incontro che preveda all’ordine del giorno la discussione sulla stesura di un codice etico per gli iscritti, i dirigenti e gli amministratori del Popolo della Libertà. Ciò si pone come punto imprescindibile anche a seguito del delineamento di un quadro nazionale in cui emerge la richiesta di una maggiore trasparenza politica e il rispetto del mandato consegnato dagli elettori ai propri rappresentanti, ovvero il perseguimento dell’interesse generale e non l’ottenimento di una migliore situazione personale, di lobby o di gruppi di interesse imprenditoriali tesi a una mera speculazione. Il presente documento, dunque, non ha intenti disgregatori che mirano alla disarticolazione delle componenti e delle anime politiche che formano il PdL di Rieti, ma è la richiesta di una chiara convergenza su un codice etico che rappresenti la netta distinzione di una classe dirigente rispetto a chi interpreta il ruolo politico e amministrativo come strumento funzionale all’esercizio di commistioni tra pubblico e privato per il conseguimento di vantaggi personali. Una condotta simile danneggia, infatti, il partito e gli uomini che lo formano.

Rispettare, invece, un codice che contiene precise sanzioni per chi lo disattende, mette al riparo dalle forme degenerative di un sistema politico che sta conoscendo, come recentemente affermato dalla Corte dei Conti, una crescita esponenziale della corruzione, ponendo il sistema Paese in una realtà più prossima ai regimi a basso gradiente democratico che alle grandi nazioni dell’Occidente. Se non esistono, quindi, anticorpi interni alla pubblica amministrazione e alle sue propaggini, è doveroso che essi si creino nei partiti, strumento di selezione della classe dirigente, il cui metodo discriminante per la formazione dei propri rappresentanti deve essere improntato sulla meritocrazia e l’integrità morale. Il codice etico si innesta, inoltre, nel percorso tracciato dal presidente Silvio Berlusconi, il quale ha chiesto una maggiore attenzione sulle presenze politiche all’interno del PdL, in modo da sottrarre al centrosinistra argomentazioni speciose che nella realtà dovrebbero essere attribuite propriamente a quello schieramento, il quale, attraverso sistemi clientelari, ha imperversato e imperversa nella politica italiana. Un codice etico non è, in conclusione, un’opzione da valutare per motivi contingenti, ma è un obbligo nei confronti dei cittadini e delle amministrazioni pubbliche >>.