A cura dell'Avv. Gianfranco PARIS, Direttore responsabile del mensile MONDO SABINO:

<< Vi siete mai domandati perché in Sabina dal 1994 a Rieti città vince ininterrottamente una maggioranza di centro-destra ed in provincia una di centro-sinistra? La domanda sembrerebbe avere una facile risposta: perché l’elettorato della città di Rieti è di centro destra, mentre quello della provincia intera è di centro-sinistra. Ma non è così. Lo dicono apertamente i numeri quando si esaminino appena superficialmente i risultati elettorali.
Vediamo che è successo domenica scorsa. Alle europee a Rieti città il centro destra prende più voti del centro-sinistra, alle provinciali invece il centro-sinistra prende più voti del centro-destra. Ai ballottaggi il centro destra ne prende ancora di meno. E ciò non è la prima volta che accade. Rieti città dal 1994 in poi a tutte le elezioni ha manifestato un orientamento maggioritario verso la destra, tranne che alle provinciali, nelle quali ha sempre vinto il centro-sinistra.
Si tratta di una anomalia che apparentemente sembra incomprensibile, ma che a ben riflettere ha una spiegazione che trova il bandolo della matassa nella partitocrazia che regna in sabina dal 1994 intrecciata dal trasversalismo degli interessi di bottega..
Nel rimescolamento delle carte che si è verificato dopo i fatti di tangentopoli del 1992-93 in Sabina, come del resto in Italia, i vecchi partiti ideologici sono stati sostituiti da gruppi di potere aggregati non intorno ad idee o programmi, ma solo intorno ad interessi personali o di gruppo, interessi che non necessariamente sono di natura economica, ma nei quali quelli degli imprenditori sono una parte considerevole.
La vecchia appartenenza politica non ha alcuna importanza, ognuno si schiera a destra o a sinistra a seconda degli interessi del momento e senza il minimo rispetto degli interessi della collettività. Si passa e si milita da una parte o dall’altra come si fa nel mondo imprenditoriale dove le cordate degli azionisti rispecchiano solo gli interessi di gestione di una determinata fase economica. E molto spesso l’alleato o l’amico di ieri diventa l’avversario di oggi con assoluta indifferenza.

Gli eletti negli enti locali sono parte integrante di questo meccanismo per lo più sconosciuto agli elettori che esprimono il loro voto per motivi che non hanno nulla da spartire con questo meccanismo. Essi votano per i più vari motivi: i più anziani anche per reminiscenze ideologiche, molti per interesse collegato a quello dei manovratori, molti altri per favori ricevuti, altri perché non si può dire di no ad un parente o ad un amico, i più giovani sono spesso preda delle promesse mai mantenute e così via.
Un esempio di queste alleanze trasversali tra i vari gruppi di potere è quello che gira intorno all’ex Nucleo industriale Rieti- Cittaducale, oggi ASI - Area di Sviluppo Industriale che si occupa di tutta la provincia di Rieti.
Quando il centro-destra elesse sindaco Cicchetti, che fu sindaco di Rieti per due mandati, costui non ebbe remore a votare Andrea Ferroni del centro-sinistra come presidente dell’ASI. Ferroni a quell’epoca, dopo essere stato consigliere regionale, era l’uomo più influente dei DS locali.
Più tardi lo stesso Andrea Ferroni fu scelto come candidato sindaco dal centro-sinistra, da contrapporre a Giuseppe Emili, contro la volontà di molti elettori della sua parte politica, perché il centro sinistra doveva perdere a Rieti e il candidato trombato sarebbe stato risarcito con la presidenza dell’ASI che avrebbe rappresentato il suo ricco pensionamento. E così è avvenuto. Ferroni ha perso, ma è diventato presidente dell’ASI anche con il voto del centro-destra.
In questa ultima tornata elettorale la vittima sacrificale è stato Costini, candidato presidente della provincia di Rieti del centro destra, ente invece che per questi accordi trasversali dei padroni del vapore deve essere appannaggio del centro-sinistra. Il perché va rintracciato sempre nell’ASI. Gli imprenditori della Provincia di Rieti vogliono il “Polo logistico” di Passo Corese, essi fanno riferimento in maggioranza al senatore Cicolani del PDL. Cicolani detiene un potere reale anche sull’elettorato reatino di quel partito (se partito lo vogliamo chiamare), e, anche se questo potere non è totale, esso influenza molti uomini importanti su scala locale, infatti non tutti nel centro-destra sono d’accordo con la cordata Cicolani.
Melilli, e prima di lui Ferroni, con l’intero PD (altra aggregazione di puro potere) sono favorevoli alla realizzazione di questo Polo logistico fortemente voluto dagli imprenditori, ma fortemente osteggiato da tutte le forze che hanno a cuore lo sviluppo della provincia di Rieti svincolato dagli interessi di gruppo ed in particolare di quello degli imprenditori che vogliono utilizzare il nostro territorio senza investirci un euro., ma solo per sfruttarne la posizione geografica o le altre potenzialità.
Costoro non trovano una sponda nel consiglio provinciale né in quello regionale perché centro-destra e centro-sinistra sono d’accordo e perché gli eletti dei partiti della sinistra che non sta più in parlamento, ma che siedono ancora in quei consessi dopo queste elezioni, pur di conservare la poltrona, tacciono e acconsentono.
La elezione di Costini avrebbe potuto turbare questi equilibri sui quali si sta lavorando da anni, proprio ora che il polo logistico sta per essere realizzato, anche perché Costini viene dalla vecchia scuola politica del MSI, poi AN. E’ sempre vissuto di luce politica propria e non è mai stato un uomo al servizio di qualcuno. In altre parole non viene considerato “affidabile”da coloro che fanno parte di questo trest trasversale al quale può ben essere dato il nome di “mano nera”, anche se è certamente uno dei “migliori” espressi dalla vita politica locale di orientamento destrorso. Ma anche Ciaramelletti lo era, eppure è stato costretto a tornare a casa. Come lo erano molti altri del centro sinistra che, a causa della loro non affidabilità decretata dalla “mano nera” sono stati costretti a ritirarsi!
A questo punto il perché a Rieti città, quando si vota per il Sindaco vince il centro-destra e quando si vota per la provincia vince il centro-sinistra, diventa assolutamente chiaro e introduce la sfiducia la più nera nel nostro senso civico.
Purtroppo questo è quello che abbiamo e che, in fin dei conti, ci meritiamo, che poi è quello che accade in tutta l’Italia con buona pace degli idealisti. Si tratta di una “roba da basso impero”, come ai tempi di Nerone e di Tigellino. Ma forse anche e soprattutto per questo bisogna resistere ad ogni costo.

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