A cura dell'Avv. Gianfranco PARIS, Direttore responsabile del mensile MONDO SABINO:

<< In questa primavera è spuntato nell’orizzonte politico reatino, come un bucaneve, il Movimento Autonomista Sabino. Certamente una sorpresa nel magma della politica locale che vede i residui di una classe politica sclerotizzata agitarsi con metodi poco edificanti nel magma della partitocrazia reatina.
Si tratta di 5 giovani che hanno deciso di rompere in modo eclatante con questo magma e che hanno osato, rischiando in proprio, di dichiarare “guerra” alla immobilità, al pressappochismo, alla incompetenza ed ai giochetti per rimanere a galla dei tanti personaggi che in questi giorni hanno riscoperto il valzer per garantirsi la conferma di uno “sgabello”, visto che parlare di poltrone qui da noi appare del tutto inadeguato. Si chiamano Stefania Casciani, una giovane avvocata; Paolo Ferroni, geom. libero professionista; Stefano Rossi, David Massari ed Emanuele D’Agabiti.
La loro scelta nasce da un rifiuto netto del modo di far politica dei partiti tradizionali. Sono persone che si sono avvicinate alla politica già da tempo, che hanno creduto alle tante promesse, fatte durante ogni campagna elettorale, dai vari candidati per catturare voti, si sono iscritti ai partiti, hanno frequentato le loro sedi nei movimenti giovanili, ma presto si sono accorti di essere entrati in vere e proprie botteghe dove l’unico scopo è quello di distribuire incarichi e prebende.
Mai un discorso politico serio, mai il tentativo di avviare una preparazione politica, mai un interesse per i problemi concreti del nostro territorio. Una vera e propria bufala!

Il Movimento nasce da questa insoddisfazione, e l’averci messo personalmente la faccia, in un momento nel quale i giovani stentano non poco a trovare una collocazione proficua, rappresenta un biglietto da visita di autentica credibilità.
Qualche giorno fa ho fatto una lunga chiacchierata con due di questi giovani nella rubrica Punti di Vista in onda da questa emittente il giovedì dalle ore 18 alle 19, e ne ho ricavato la convinzione che essi, nel quadro della situazione politica odierna della Sabina, possono diventare un polo di aggregazione nuovo, fuori dagli schemi tradizionali, intorno al quale possono ruotare tutti coloro che non ne possono più del marasma odierno per ricominciare daccapo.
Perché oggi, solo ricominciando daccapo, senza gli inquinamenti di coloro che sono ormai corrotti dagli schemi dell’affarismo politico dell’oggi, è possibile porre le basi per uscire dal cul de sac nel quale siamo finiti. Una cosa che mi ha colpito particolarmente è che costoro, come del resto tutti quelli della loro età, purtroppo nulla sanno della nostra storia passata o recente, che mancano di quei riferimenti necessari per capire la realtà odierna e che desiderano sapere e imparare. Purtroppo né la scuola né le famiglie adempiono più alla loro funzione tradizionale. La scuola tende solo a fornire alla società gente acritica e pronta ad essere sfruttata dai poteri economici forti e la famiglia, oppressa dalla necessità di sopravvivere a causa di una sfrenata politica del consumismo, non è più in grado di occuparsi dell’educazione dei figli che restano facile preda del bombardamento mediatico delle televisioni dei padroni del vapore, anzi del padrone del vapore.
Malgrado tutto questo, cinque giovani reatini hanno avuto il coraggio di ribellarsi, di dire no alla mota del finto benessere che ci sommerge e di offrirsi come punto di aggregazione per una possibile rinascita. Bisogna aiutarli. Stare loro vicini. Contribuire a non farli sentire isolati. Debbono sentire che la cittadinanza, almeno quelli che hanno capito e che sono stufi, è con loro.
Coloro che possono, e lo sanno fare, debbono fornire loro quelle notizie necessarie perché comprendano meglio la nostra realtà.
Siamo in presenza di una occasione rara ed insperata. Se anche costoro saranno presto risucchiati dai giochetti del potere o si scoraggeranno per mancato interesse della collettività, avremo perso un’altra occasione per dare un contributo importante alla crescita civile della nostra società.
Io auguro loro di riuscire a mantenere la loro integrità e la loro passione per la cosa pubblica nel solco della migliore tradizione risorgimentale italiana, i cui effetti si sono fatti sentire in Sabina fino agli anni settanta, epoca nella quale è iniziato un decadimento senza fine del livello della qualità dell’impegno politico. Li esorto ad impegnarsi, oltre che nello studio dei vari problemi della nostra vita quotidiana, nella lettura e nello studio della storia nazionale e locale, che è maestra di vita, specie per chi vuole impegnarsi nella politica. Ricordando quello che diceva Giosuè Carducci dei libri che custodiva gelosamente nella sua biblioteca nella casa di Bologna che gli era stata regalata dalla Regina d’Italia: “ Sono gli unici che non mi hanno mai tradito!”
In bocca al lupo ragazzi e mettetecela tutta! Voi sapete che su di me ci potete contare >>.

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