Prolungati applausi hanno accolto il suono inconfondibile del settecentesco organo dell'Auditorium VARRONE, tornato alla sua originale funzionalità, in occasione del Concerto di Pasqua promosso dalla Fondazione VARRONE. L'organo realizzato da Cesare CATARINOZZI nel 1720 secondi i canoni della celebrata scuola romana, è stato restaurato dalla ditta F.lli PINCHI-Ars Organi di Foligno, grazie al contributo della Fondazione e diretto dalla Soprintendenza del Lazio. Dopo un minuto di silenzio per le vittime del terremoto de L'Aquila, si è aperto il Concerto di Pasqua eseguito dall'Ensemble Arte Musica diretto dal M° Francesco CERA, che ha proposto un originale repertorio di musica sacra, attraverso i brani dei più grandi compositori d'età barocca. La performance dei musicisti resa particolarmente suggestiva dall'uso di strumenti originali (violino Pietro GUARNIERI del 1734, violino Nicolò AMATI del 1661, violoncello copia STRADIVARI), è stato molto apprezzata dal pubblico in sala. La seconda parte del concerto si è svolta nella Cantorìa dell'Auditorium, con un repertorio solo per organo eseguito magistralmente dal M° CERA, considerato tra i migliori interpreti italiani di musica antica.

La voce inconfondibile e suadente dell'organo ha sorpreso piacevolmente gli appassionati presenti. Lungo e complesso è stato il lavoro di ricostruzione del tessuto sonoro gravemente compromesso da precedenti interventi. Tutte le canne sono state ricostruite artigianalmente in laboratorio, le parti lignee originali sono state restaurate e le parti mancanti sono state ricostruite secondo l'antica tecnica artigianale. << La Fondazione VARRONE ormai da molti anni persegue l'ambizioso obiettivo di riportare nella provincia reatina, la cultura dell'organo, uno strumento che MOZART definì, il re degli strumenti e delle solenni armonie, espressione delle più complesse costruzioni musicali - ha dichiarato il Presidente della Fondazione VARRONE, Innocenzo DE SANCTIS. L'organo CATARINOZZI meritava un scrupoloso lavoro di restauro. Questo storico strumento al pari di quelli che abbiamo già recuperato, ricordo tra tutti il Werlè di Leonessa, fa parte di quel patrimonio strumentistico del territorio che la Fondazione intende salvaguardare e valorizzare >>. Dopo il Gloria in excelsis Deo di HANDELl, interpretato dalla energica voce del soprano Loredana BIGI, il concerto si è chiuso con un atteso bis in cui il protagonista della serata, l'organo CATARINOZZI, ha nuovamente incantato il pubblico con solenni armonie e suggestive atmosfere.

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