Riceviamo e pubblichiamo integralmente:

<< Un gruppo di imprenditori che opera nel territorio dei Comuni di Panicale e Piegaro, principalmente nel settore del turismo e dell’agricoltura di qualità e/o biologica, scrivono a tutti gli Enti deputati a valutare il rilascio delle autorizzazioni per la nuova vetreria e la cava di Cerreto (nella foto), esprimendo grande preoccupazione per la possibilità che in questo territorio possano venire a coesistere più attività insalubri di prima classe. La realizzazione di una seconda vetreria e la riapertura dell’attività estrattiva della cava di Cerreto, che, se autorizzate, potrebbero penalizzare in modo irreversibile il futuro indirizzo economico e sociale di questo territorio e il loro futuro di imprenditori, che hanno scelto di investire, di lavorare e anche di vivere, in una realtà, nella quale la bellezza del paesaggio e la presenza di un patrimonio storico, culturale e ricco di tradizioni, rappresentano la base del reddito di quelle imprese e dell’occupazione diffusa, che sinora sono riusciti a garantire. Siamo nei luoghi che hanno ispirato il Perugino, Masolino, Raffaello, Pomarancio e la maggior parte della pittura e dell’architettura del Rinascimento italiano, abbiamo una serie di borghi che conservano in modo eccellente le proprie origini medioevali, dove sono ancora vive testimonianze dei primi insediamenti preistorici e la presenza degli etruschi che ci hanno lasciato tracce importanti, anche a dire di recenti scoperte, vedi la tomba di San Donnino a Città della Pieve. E’ un territorio che vede la presenza del quarto lago d’Italia, il Trasimeno, uno dei pochissimi laghi al mondo di origine laminare, famoso per i suoi bellissimi tramonti e per la ricchezza della flora e della fauna che insiste non solo nelle zone classificate come parco o comunque tutelate, ma in tutta l’area e, Panicale, per esempio, è uno dei cinque Comuni che hanno nel proprio territorio uno spicchio di lago.

 

Già negli anni ’80 molti stranieri hanno investito i propri capitali in quest’area, recuperando la gran parte di quel patrimonio edilizio sparso, che altrimenti sarebbe andato perduto. E’ da rilevare però che, in particolare negli ultimi 20 anni, dopo un arresto delle scelte che negli anni ‘60/’70 avevano favorito uno sviluppo industriale, in particolare in Valnestore, che si è rilevato poi fallimentare, il tipo di indirizzo programmatico che le istituzioni locali hanno dato all’economia è stato quello di dare una forte spinta alle attività turistiche, alle produzioni agricole di qualità e/o biologiche, tra le quali olio, vino, legumi, fagiolina del Trasimeno, zafferano e tanto altro, alle attività culturali e di valorizzazione del patrimonio storico-artistico e delle tradizioni locali. Tutto questo ha stimolato l’arrivo in queste zone di investimenti in questo settore e seguendo questo tipo di sviluppo, molti stranieri che arrivano da ogni parte del mondo, ma anche italiani e/o imprenditori locali hanno continuato ad investire e a fare economia in questi luoghi che attirano migliaia di turisti ogni anno, rendendo prevalente questo tipo di economia, e le amministrazioni comunali  hanno continuato a rilasciare autorizzazioni e a favorire questi insediamenti imprenditoriali diffusi. Oggi, il nuovo impianto per la produzione di vetro e della riapertura della cava di Cerreto, ci pone di fronte ad un interrogativo, quanto questo indirizzo verso uno sviluppo di tipo industriale sia compatibile con quanto sopra descritto. E’ facile arrivare alla sola conclusione possibile che, qualora fossero rilasciate tali autorizzazioni, il tipo di sviluppo impostato negli ultimi 20 anni, sarebbe inevitabilmente cancellato, con la perdita di questa imprenditoria diffusa e di tanti posti di lavoro, molti di più di quelle famigerate 80/100 nuove assunzioni che sembrano essere il solo punto di forza per autorizzare la nuova vetreria, passando sopra a tante, troppe cose, in primis anche la salute pubblica. La bellezza di questo territorio, la sua ricchezza artistica ne fanno un luogo che deve essere protetto e mantenuto integro, e tutti quelli che lo abitano e, soprattutto coloro che lo amministrano, hanno il dovere etico e morale di proteggerne la sua bellezza, la sua armonia e la sua integrità anche in termini di biodiversità, oltre che quello di non distruggerne la sua economia.

E’ dovere degli amministratori giustificare la scelta di approvare la costruzione di una fabbrica del vetro in prossimità di centri abitati, o la riapertura di una cava, piuttosto che sostenere lo sviluppo del turismo e delle produzioni bio ed ecosostenibili. L’indotto del turismo crea un opportunità di lavoro certamente non meno importante di 80/100 nuovi posti di lavoro, promessi dalla nuova vetreria. E chi lavora nel turismo non ricopre un ruolo inferiore rispetto alla produzione industriale. E allora come pensano gli amministratori di compensare la perdita di questi posti di lavoro e di questi investimenti? Pensano forse che aprire un’industria di tipo insalubre a ridosso di centri abitati e in una vallata tra le più belle dell’Umbria renda più ricco questo territorio? non capiscono invece che semplicemente lo impoveriranno, dissacrando la sua bellezza e la sua ricchezza, perché sarà inevitabilmente inquinato dai fumi emessi derivanti dalla produzione del vetro, dalle polveri sottili derivate dall’estrazione di roccia e dalle emissioni di camion che transiteranno ininterrottamente per trasportare vetro e materiale estratto dalla cava? Si è inoltre consapevoli del fatto che queste due nuove attività si sommerebbero alle criticità che implicano già la presenza di un altro insediamento di produzione del vetro e di una centrale Enel, permettendo il sommarsi di tutte le criticità di impatto ambientale di queste quattro realtà? I firmatari di tale missiva invitano pertanto gli amministratori regionali, dei due Comuni, oltre alla Soprintendenza, e in sintesi tutti coloro che sono deputati a decidere, a valutare anche le loro considerazioni, e a prendersi il tempo necessario per conoscere bene e ponderare altrettanto bene ogni decisione e i relativi impatti, tenendo conto di tutte le parti in causa >>.