Riceviamo e pubblichiamo integralmente:

<< Il secondo anno post sismico sta fortunatamente finendo, non perché sia stato un pessimo anno ma piuttosto perché vorremmo vedere il prima possibile il 2019. Si, il 2019, l'anno che dovrà inevitabilmente segnare il cambio di passo nella ricostruzione post sisma per tutto il cratere, per tutte le comunità e per tutti i cittadini che dal 2016 aspettano di ripartire. Anche se il termine ripartire è sapientemente inappropriato in quanto nessuno si è mai davvero fermato, ha semplicemente mutato il proprio percorso scoprendo diverse soluzioni del vivere quotidiano. Troppo spesso il terremoto viene incoscientemente accostato alla guerra, paragone sciocco e privo di  fondamento; la guerra è colpa degli uomini, il terremoto no, è solo madre natura che fa il proprio corso continuando la sua evoluzione. Ormai è ora di scrollarsi di dosso la parola emergenza, abbiamo tutti vissuto la prima fase quella più critica, quella delle file in mensa, del freddo nei ripari di fortuna, delle notti in tenda, della solitudine difronte alla propria azienda inagibile ma adesso dobbiamo vivere il presente credendo nel futuro, altrimenti da qui, parafrasando Caputo, non ne usciamo vivi.

 

Partiamo da quanto è stato fatto: molto, senza dubbio; sostegno nella prima fase post sisma, sostegno economico con l'una tantum e danno indiretto, CAS ed altre forme di assistenza doverose in un momento di difficoltà come quello che stiamo vivendo. Cosa non è stato fatto: molto, principalmente nella ricostruzione vera e propria ma la macchina va affinata, registrata e soprattutto va alleggerita di alcuni passaggi burocratici piuttosto stringenti. Cosa dovrà essere fatto, che in fondo è quanto di più importante ci possiamo chiedere in questo momento, alla fine dell'anno solare quando si fanno i bilanci e si tirano le somme con gli auguri e gli auspici di un futuro migliore. Devono tornare a vivere le attività produttive, tutte, perché sono il cuore pulsante di una comunità; le nostre imprese occupano quotidianamente gli imprenditori, gli operai, gli agricoltori e tutte le famiglie che ne gravitano intorno.

Deve tornare a vivere il turismo e tutto il commercio ad esso collegato, devono tornare a vivere i negozi, i bar, i ristoranti; dobbiamo inoltre scioglierci dall'inevitabile torpore in cui siamo caduti tornando a proporre, programmare, costruire. Devono tornare a vivere le frazioni, anche le più dimenticate (ed alcune sono state davvero dimenticate), perché è li che gira buona parte della nostra economia. Dobbiamo fare tutto questo ora e dobbiamo farlo insieme, senza la stancante dialettica politica a cui siamo abituati perché serve una cittadinanza attiva, giovane, resiliente e capace di condividere idee al fine di garantire il raggiungimento del bene comune. Il circolo PD di Norcia augura a tutta la comunità un buon anno sperando che sia migliore del 2018, che non è stato pessimo ma ormai è passato >>.