di Gianfranco PARIS

Una giornata uggiosa, ma tutto sommato fortunata, ha accompagnato un gruppo di giornalisti delle zone limitrofe alla Sabina lungo le tracce della famiglia di Flavo, Tito e Domiziano (nella foto). Si è svolto infatti domenica 25 novembre l’educational tour organizzato dalla Camera di Commercio di Rieti e dall’Azienda Speciale Centro Italia Rieti nell’ambito del progetto Ri-Agriart finalizzato a sostenere le zone colpite dal sisma, valorizzando le potenzialità attrattive del territorio, tra cui quelle turistiche. Prima tappa al parco archeologico delle Terme di Cotilia collegato con la villa degli Imperatori a Paterno, accompagnati dallo assessore alla cultura al comune di Cittaducale, che ha annunciato la prossima definitiva apertura al pubblico del sito archeologico delle Terme. Un sito per lo più sconosciuto al traffico turistico nazionale, ma di grande interesse non solo perché frequentato dalla famiglia degli Imperatori, ma anche perché situato sulla via consolare Salaria attraverso la quale vi si accedeva e della quale evidenti tracce in loco ne documentano l’importanza e la grandezza dell’opera.

 

Subito dopo il laghetto di Paterno e i resti della villa dove morirono sia Flavio che Tito. A seguire una visita al Birrificio “Alta Quota” situato nella piana di Pallottini a Cittareale, una realtà economica che dal 2010 ad oggi è riuscita a ritagliarsi uno spazio nel difficile mondo economico della montagna misurandosi solo con le proprie forze. Un esempio da seguire. Poi la visita alla Rocca di MANFREDI di Cittareale, nelle vicinanze delle sorgenti del fiume Velino, a guardia della porta d’ingresso agli altopiani dei Monti Sibillini e di Norcia, patria della madre di Flavio e nonna di Tito e Domiziano. Di ritorno la visita ad Antrodoco alla chiesa di Santa Maria extra moenia e al suo battistero. Una delle più belle chiese romaniche di cui la Sabina è ricca, che custodisce un vero e proprio tesoro di arte pittorica del ‘400-‘500 a testimonianza della ricchezza economica delle nostre terre nei secoli passati. In particolare il battistero di forma esagonale,  interamente affrescato, che da solo avrebbe meritato il viaggio.

Da ultimo la visita al Ninfeo di Borgo Velino, un sito archeologico quasi sconosciuto, di cui si conserva la parete esterna che dava sul giardino con nicchie che certamente avranno contenuto statue e fontane, oggi trasformato in parco giochi per bambini dal comune di Borgo Velino, dove si trova. La Sabina è ricchissima di siti archeologici e artistici, e di tracce di una storia ricca di eventi nel corso dei secoli. Il fatto è che fino ad oggi è rimasto quasi sconosciuto. Forse se gli abitanti e coloro che li guidano ne fossero più consapevoli, ne avremmo un ritorno certamente più sostanzioso. Bisogna farli conoscere. E certamente iniziative come queste aiutano ad aumentarne la consapevolezza e a diffonderla al di fuori dei nostri angusti confini.