Riceviamo e pubblichiamo integralmente:

<< La vergogna mai provata da tutti gli attori che concorrono al governo del nostro territorio non può più restare sottaciuta. Appresa la notizia, ed a poche ore dalla riapertura “con una troppo piccola clessidra” della galleria San Benedetto che collega Umbria e Marche, Norcia ed Ascoli Piceno nello specifico, sono a riportare un comune sentimento, la nostra comunità è stanca di essere presa in giro, da ANAS, dalla politica e dagli organi di governo del territorio, abbiamo atteso troppo a lungo che i soggetti pubblici responsabili svolgessero il lavoro per cui sono pagati e/o stati eletti. Ridare una strada fondamentale per l'economia ai nursini, ed a tutta la Valnerina era doveroso in tempi brevi. Invece, ad un anno e mezzo dalla chiusura, con una spesa iperbolica della quale non siamo a conoscenza per intero, si tratta ancora questa comunità terremotata come animali da zoo, ci tirano le “noccioline”, siamo stufi, esausti di resistere. Ci sono documenti su documenti di richiesta dello stato dei lavori, l’8 di gennaio 2018 a 14 mesi dalla chiusura dei viadotti, quello “Rozzi”, subito fuori dalla galleria San Benedetto era ancora lontano dall’essere appaltato, il progetto, ho scoperto presso l’Ufficio dei Lavori Pubblici regionale con il Dirigente competente e l’Assessore della Regione Umbra, essere ancora in fase di valutazione, dai sopralluoghi da me fatti, certifico che le ditte appaltatrici non hanno lavorato mai per più di un turno al giorno e non tutti i giorni, saltando il week-end, come se si trattasse di lavori ordinari, mai la notte, mai alla sera.

 

Siamo curiosi di sapere se i cronoprogrammi siano stati rispettati, se gli appalti siano stati rispettati o per caso i costi degli interventi abbiano subito qualche lievitazione coi ritardi, di chi sono le responsabilità e chi risarcirà la comunità nursina in primis e del resto della nostra Valnerina per essersi rimboccata le maniche ed essere passata alla delocalizzazione e/o alla immediata ripresa delle attività produttive, che come tutti sanno, senza questa essenziale viabilità sono destinate alla chiusura se non alla fame per i datori di lavoro e per il personale dipendente, tutto questo anche in assenza di ammortizzatori sociali. Un esempio di messa in sicurezza, e di lavori portati avanti notte e giorno con decine di cantieri mobili, ci sentiamo di consigliarlo, basta guardare cosa accade nell’autostrada Teramo-L’Aquila-Roma, dove non si è chiuso un viadotto neanche per 30 minuti e per chilometri si viaggia ad una corsia, da noi bastano ormai dei semafori e l’impiego di forze dell’ordine che abbiamo in abbondanza da quasi due anni nel “cratere” del terremoto. Resteremo senza azioni eclatanti ancora per pochi giorni,  poi con l’aiuto dei tanti che rischiano in proprio di vanificare una vita di sacrifici in maniera definitiva passeremo alle due uniche azioni rimaste per far si che chi deve ascoltare ascolti.

Se non si aprirà al traffico stabilmente e regolarmente la strada ss685, che immette momentaneamente sulla sp64 per poi ricongiungerci alla sp129, dove le messe in sicurezza sono finite ed imboccare dopo Pescara del Tronto la ss685, per poi finalmente immettersi sulla ss4 in attesa che vengano ultimati i viadotti della ss685, per poi effettuare i lavori definitivi di ripristino sulle strade secondarie predette, sentiti i gruppi politici locali, associazioni datoriali ed imprenditori, siamo pronti ad una “class action” contro gli eventuali responsabili di questa situazione da terzo mondo e siamo pronti a manifestazioni di chiusura delle intere strade di accesso al nostro territorio perché è inaccettabile che si apra al traffico dalle 06.00 alle 08.00 e dalle 17.30 alle 19.30 per far passare le ditte che devono andare a lavorare da una parte all’altra e continuare a scoraggiare vietando il passaggio tutti quanti vorrebbero con la loro presenza ed i loro consumi sostenere la comunità più terremotata dell’Umbria >>.