Riceviamo e pubblichiamo integralmente:

<< Nella riunione tenutasi il 27 gennaio, le Comunanze Agrarie del comprensorio di Norcia, ricomprese nel Parco dei Sibillini, hanno preso le seguenti decisioni. Tutte le Comunanze, che hanno i propri terreni nel territorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, hanno preso atto che l’Assemblea del Parco e il suo Consiglio Direttivo hanno espresso voto contrario alla sospensione delle norme del Piano del Parco, rimanendone profondamente rammaricate. Con precisione, ci riferiamo alle Comunanze Agrarie di Ancarano, Campi, Castelluccio, San Pellegrino, Frascaro, Nottoria, San Marco, Savelli e Serravalle; tutte facenti parte del Comune di Norcia e di un’area strategica per il Parco Nazionale. In un momento delicato come questo, con un territorio lacerato, un’economia a pezzi, una popolazione affranta, ci saremmo ben aspettati la temporanea sospensione delle norme del Piano del Parco, quantomeno come riconoscimento di quanto è drammaticamente accaduto. Dall’obiettivo di tutela e salvaguardia con cui è nato, si è rivelato un Ente impositore di vincoli e dinieghi. Non ci si può dimenticare degli uomini e delle donne che abitano queste zone, dei loro sacrifici e del loro futuro, delle ingenti difficoltà che stanno vivendo, perché quello che emerge è che la considerazione nei loro riguardi in questo momento è nulla. Loro, che da sempre custodiscono questa meraviglia di paesaggio con lavoro e fatiche, debbono tornare ad essere oggetto di viva considerazione.

 

Perciò rinnoviamo il nostro invito e disperato appello con maggiore forza e determinazione di immediata sospensione di tutte le norme del Piano del Parco relativamente ai territori citati. E poi andiamo nel dettaglio delle norme, tanto evocate dagli organi del Parco, di cui stiamo discutendo. Siamo così sicuri che un Piano, adottato ma non ancora approvato in Regione dopo 16 anni dalla stesura, possa oggi nel 2018 porre norme e vincoli ai cittadini che vi abitano? Ma la normativa di salvaguardia, che si sta applicando in pendenza fino ad approvazione in Regione del Piano, può esplicare i suoi effetti per oltre sedici anni? Norme così poco condivise, tanto da essere oggetto di aspre critiche in tema di osservazioni da parte dei Comuni e da parte della Regione Umbria possono continuare ad essere applicate? Perché tutte queste domande? Perché noi siamo convinti che non può essere così: oggi, a distanza di tanti anni, come accade in tutti i piani urbanistici che gli enti predispongono, non ci può essere una fase di adozione e approvazione così lunga. Ma veniamo a ribattere alle affermazioni rilasciate dal Parco che, a suo dire, nel PAMS predisposto dal Comune di Norcia e condiviso dal Parco per la mobilità sostenibile, avrebbe inserito dei parcheggi di limitata estensione e ben integrati. Quanto detto dal Parco non corrisponde al vero. Gli unici parcheggi previsti dal PAMS erano nei valici, nelle corone (Forca di Presta, Forca Canapine, Forca di Gualdo), ma non erano minimamente condivisi dalla frazione per l’evidente lontananza al Pian Grande e al borgo.

Invece l’unico parcheggio temporaneo previsto nell’area di Castelluccio era sul Prato di Pala, di circa un ettaro di superficie. Soltanto per averlo messo a disposizione e usato, ad oggi, dopo il sequestro, il Presidente della Comunanza Agraria di Castelluccio e il Comune di Norcia si ritrovano a processo presso il Commissariato agli Usi Civici a Roma: ciò comporta e ha comportato notevoli esborsi di denaro sia per il Comune che per la Comunanza. Per quanto poi concerne la tematica del turismo, il Parco non si prenda meriti che non ha, Il turismo di Castelluccio e dei territori circostanti è merito principalmente degli abitanti di tali luoghi che, con il loro lavoro, ogni anno danno la possibilità a questo territorio di poter crescere. Il turismo non è di certo frutto del Parco e delle sue iniziative, mai viste, anche perché non dispone neanche di risorse per avviarle. Negli ultimi anni sempre più visitatori si sono recati a Castelluccio e nei territori del Parco, con numeri sempre crescenti, per opera del sudore dei castellucciani che con la lavorazione delle lenticchie sono riusciti a dar vita a scenari spettacolari. E quanto il Parco ha pensato ai cittadini? Non c’è traccia negli anni di alcun finanziamento nei loro confronti. Quanti conteziosi tra agricoltori e Parco si sono aperti per rifondare i danni provocati dai cinghiali, che solo in misura minima posso essere abbattuti nel territorio del Parco.

Attualmente nel territorio dei Sibillini abbiamo un’invasione di cinghiali che il Parco non riesce più a gestire e che di anno in anno cagionano danni ingenti a tutti i campi seminati a lenticchia nonché danneggiamento dei pascoli naturali e delle praterie in modo irreversibile. E su questi argomenti tutti tacciono e nessuno parla. In conclusione poi, dal momento che il progetto di aree sosta è stato bocciato dai partecipanti alla riunione che doveva occuparsene (e precisamente gli enti presenti erano il Comune di Norcia, il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, la Regione Umbria, la Sovrintendenza alle Belle Arti e al Paesaggio dell’Umbria, il Ministero dell’Ambiente e dei Beni Culturali e l’ISPRA), invitiamo nell’immediatezza ora voi a trovare una soluzione al problema. La necessità di prevedere un’area sosta per i mezzi, quando si costruiscono strutture adibite ad attività di ristorazione e servizi, è qualcosa di assodato, sottointeso, di un’evidenza lampante. Nel momento in cui le strutture per le delocalizzazioni saranno realizzate, le aree di sosta dovranno essere già predisposte ed essere funzionali. Altrimenti come si possono realizzare delle strutture senza parcheggi? Vogliamo creare disagi stradali con parcheggi improvvisati e mettere in ulteriore difficoltà gli esercenti? Mi sembra che stiamo cadendo nell’assurdo. Come un qualsiasi privato cittadino deve fare, prima si provvede ai servizi essenziali, quale quello del parcheggio, e poi all’attività. Quindi cari enti, che non vi siete fatti alcun scrupolo nell’emettere parere negativo, ora sta a voi trovare una soluzione nell’immediato >>.